Dopo mesi se non anni di gestione di una struttura ormai in stato comatoso, è infine arrivata la notizia che preannuncia la fine delle storiche strutture termali saccensi: il 6 marzo l’Assemblea dei Soci delle Terme di Sciacca S.p.a. ha deliberato la chiusura.
“Una decisione inattesa, di una gravità inaudita”, secondo il sindaco di Sciacca, Fabrizio Di Paola, che determina il blocco di ogni attività relativamente a tutte le strutture sotto la società: dallo Stabilimento Termale, al Grand Hotel, alla Piscina, al Parco.
“Una deliberazione – protesta il sindaco – che contravviene agli impegni assunti in più occasioni, anche di recente, dal Governo regionale e determina un danno enorme all’economia del territorio, all’occupazione, all’indotto, all’immagine della Città di Sciacca”.
“La chiusura provocherà un gravissimo disagio sociale con decine di dipendenti che perderanno il lavoro e con l’ingente patrimonio termale destinato a degradarsi”.
“Si vanifica ogni mio sforzo, ogni azione dell’intera Amministrazione comunale di Sciacca tendente a trovare positive soluzioni per risolvere la questione termale”.
Un atto dovuto ed obbligatorio, dato il disinteresse mostrato dalla Regione Sicilia, malgrado le solite promesse dei vertici regionali, in particolare dell’assessore al Turismo Cleo Li Calzi e dello stesso Presidente Rosario Crocetta che alla Festa dell’Unità di Sciacca aveva promesso un “immediato rilancio delle Terme”.
“La decisione presa dall’assemblea dei soci, – dicono oggi dal Comitato Salviamo le Terme di Sciacca – ci fa capire quanto la politica degli ultimi anni abbia influito così negativamente da risultare irreparabile, ci fa capire che adesso siamo noi cittadini a subire gli effetti di politiche che hanno sempre di più allontanato Sciacca dall’essere il centro di un bacino culturale, economico e quindi turistico”.
“È impensabile – continuano dal Comitato – che ancora tutt’oggi la classe politica che, come dicono i saccensi “si la manciaru” – ovvero: “se la sono mangiata” ndr – , venga a sfilare , con elmo in testa e spada in mano ,dicendo che salverà le sorti delle Terme ,chiedendo incontri con Baccei e Crocetta finora mai avvenuti , è impensabile che gli stessi parlamentari saccensi si siano visti pochissime volte , alcuni addirittura non siano mai venuti”.
Una situazione chiaramente insostenibile sia per i 21 lavoratori del personale comandato, che in particolare per i 50 stagionali che a questo punto difficilmente verranno riassunti.
“Ho fatto di tutto affinché ciò non avvenisse” avrebbe dichiarato il commissario straordinario nonché liquidatore dal 2011, Carlo Turriciano, deluso dalla mancanza di aiuti finanziari da parte della Regione che pur essendosi impegnata, non ha ancora erogato nulla.
Una Regione quindi colpevole due volte: prima perché non ha dato alcun contributo economico alle Terme di Sciacca, che sarebbe stato indispensabile per continuare le attività societarie, secondo perché il bando di manifestazione di interesse per l’affidamento a terzi delle strutture termali proposto dall’assessore al Turismo Cleo Li Calzi non è mai arrivato.
Al 31 dicembre 2013, la situazione del bilancio è drammatico, con una passività di 8.652.479 euro; di cui i debiti definiti particolarmente urgenti sarebbero: ben € 4.813.000 alla Regione Sicilia, € 727.167 per Tributi locali, € 408.000 verso l’Enel, € 727.166 per: Ici, Imu e Tarsu – debiti già in mano a Riscossione Sicilia -, € 101.667 a Girgenti Acque, Ritenute d’acconto per il 2013 paria a € 36.800, Rate Serit ed Agenzie Entrate € 270.758, Azienda Autonoma delle Terme € 1.074.744.
Decisamente troppi debiti per una società che ha dichiarato di aver incassato appena 2.100.000 euro in un anno. Denaro questo, impegnato quasi totalmente per pagare i lavoratori.
A questo punto, forse invano, forse come atto dovuto, il sindaco di Sciacca, ha chiesto un urgente incontro al governo regionale al fine di scongiurare la chiusura ed evitare il fallimento totale delle Terme.
Con una lettera indirizzata al presidente della Regione Rosario Crocetta, all’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei, all’assessore regionale al Turismo Cleo Li Calzi, al dirigente dell’Ufficio “Partecipate” della Regione Siciliana Grazia Terranova, al liquidatore delle Terme Carlo Turriciano e al Prefetto di Agrigento Nicola Diomede, il sindaco Di Paola ha “minacciato” che, se detto incontro non avverrà celermente, si autoconvocherà assieme all’intera Giunta comunale di Sciacca presso gli Uffici della Presidenza della Regione Siciliana.
Nel frattempo i lavoratori, vista la grave situazione hanno deciso di occupare i locali della struttura termale e di protestare ad oltranza sperando che finalmente, la politica sorda e ceca di fronte ad un tale disastro per Sciacca, scelga di fare la scelta giusta e salvare questo inestimabile patrimonio tanto importante per l’economia saccense.
Sean Gulino