E’ una lotta senza quartiere quella condotta dai terroristi dello Stato Islamico. Dalla guerra tradizionale in Iraq e Siria, agli attentati terroristici in Occidente, agli attacchi hacker contro i siti “crociati”. Che i terroristi abbiano fatto di internet una delle loro armi è ormai per tutti un dato di certezza. Reclutatori e jihadisti operano da tempo sui social come Twitter e Facebook, tanto da costringerli a cancellare i loro profili nel tentativo, purtroppo vano, di arginare i loro messaggi.
L’ultima risposta dell’ISIS al problema sembra essere quella della creazione di una rete sociale simile a Facebook. La schermata di Kilafahbook, la nuova rete sociale dell’ISIS è infatti molto simile a quella del popolare social network. Kilafahbook è attualmente ospitato sul dominio 5elafabook.com in Egitto.
La nuova rete sociale, apparentemente realizzata dai terroristi, diventerebbe così il luogo ideale per reclutare combattenti che vogliono unirsi allo Stato Islamico. Il numero di visitatori del sito è tale che allo stato attuale a causa dell’elevato traffico a volte è impossibile visitare il dominio, ricevendo in risposta al tentativo di collegarsi:
“Service Unavailable
The server is temporarily unable to service your request due to maintenance downtime or capacity problems. Please try again later.
Additionally, a 503 Service Unavailable error was encountered while trying to use an ErrorDocument to handle the request.”
Evidentemente il sito non è ancora all’altezza dei social che i terroristi si sono proposti di imitare ma considerato come nella cyberwar lo Stato Islamico ha tra le proprie fila ottimi programmatori e hacker, c’è da scommettere, purtroppo, che ben presto, se realmente la rete sociale è stata realizzata dall’ISIS, molti problemi tecnici saranno risolti.
Si apre così un nuovo capitolo di una guerra che sembra non conoscere confini geografici e che riserva giorno dopo giorno sorprese e scenari impensabili. L’unica risposta a queste nuove strategie di guerra e della tensione può venire dai servizi delle intelligence occidentali che ad oggi però, forse a causa dei politici che hanno sottovalutato i rischi legati alla nascita del Califfato, non sembrano aver brillato nella prevenzione e nelle contromisure adottate e da adottare.
gjm