Bologna. L’incontro pubblico che ha avuto come protagonisti i sostenitori della Bologna che c’è, il progetto che ha come portavoce Fabio Garagnani nato dall’intento di denunciare le anomalie del territorio bolognese ed emiliano romagnolo. Le stesse che per incuria o cattiva amministrazione ricadono sui cittadini.
Grande partecipazione e dibattito sulle inerzie del partito e della classe dirigente di Forza Italia (FI), soprattutto in Emilia Romagna. Concordi sul fatto che in questa regione si dà per scontato che la sinistra sia destinata a vincere sempre, questo fa sì che non si provi a fare nessun tipo di opposizione, anzi si raggiungono dei compromessi per mantenere i privilegi.
La dirigenza di FI ha voluto scegliere un candidato senza un minimo di dibattito sia a livello di partiti che nei confronti dell’elettorato ancora una volta messo di fronte al fatto compiuto, dando la sensazione di non conoscere assolutamente la realtà regionale e di prescindere dalla medesima per “equilibri” nazionali. Nei pochi giorni che mancano al 23 di novembre un candidato come Alan Fabbri, imposto dall’alto e sconosciuto ai più avrà davanti a sè una competizione difficile se non saprà coinvolgere gli alleati. È necessario un leader, è la persona che fa la differenza, Berlusconi e Renzi, ne sono un esempio tangibile.
Molti si sono chiesti come la gente sembri narcotizzata e si adegui a quello che c’è. L’ipotesi plausibile è che probabilmente non ci sono alternative. Pare che la gente non sappia neanche che si voti il 23 novembre per le regionali in Emilia Romagna ed in questo senso come centro destra dobbiamo fare uno sforzo supplementare per dimostrare che ci siamo.
A livello nazionale le ambiguità di FI sui temi etici, sul diritto di cittadinanza ed in genere nei rapporti con il governo Renzi hanno sconcertato il tradizionale elettorato di centro destra, sempre più perplesso nel riconoscersi in questo partito.
Nella discussione è emersa la prevalente volontà di appoggiare il centro destra, votando il candidato presidente Alan Fabbri, con una particolare attenzione alla linea politica di Fratelli Italia.
Perché una persona integerrima come Fabio Garagnani, con dei principi saldi e capace di dire sempre quello che pensa e che non ha avuto e non ha paura di fare un’autocritica su un partito come Forza Italia, in cui, ormai, fa fatica a riconoscersi, non ha il giusto sostegno perché possa agire con delle azioni concrete sul territorio? Forse si ha troppa paura di rompere le aree di comfort createsi fino ad ora con i continui compromessi con la sinistra?
Nessuna delle persone presenti compreso Garagnani voterà Forza Italia, troppe incongruenze e inerzie.