Un uomo armato di pistola e con il volto coperto da una sciarpa bianca è entrato nel parlamento di Ottawa, da dove si sono sentiti degli spari. Testimoni hanno riferito che l’uomo aveva aperto il fuoco prima su un soldato che stava di guardia al Monumento ai Caduti, nel centro di Ottawa, per poi penetrare all’interno recinto del Parlamento dopo aver dirottato una macchina e da lì all’interno dell’edificio, dove avrebbe sparato decine di colpi. Con lui, secondo quanto affermato da testimoni oculari, ci sarebbero una o più persone armate.
Secondo altre fonti, gli attentatori sarebbero stati tre e avrebbero agito contemporaneamente in luoghi diversi: dinanzi al Monumento ai Caduti, in Parlamento e in un centro commerciale.
Un attacco terroristico facilmente riconducibile all’estremismo islamico.
Il primo ministro Stephen Harper, che doveva partecipare ad una riunione, è stato subito allontanato e messo al sicuro. L’edificio è stato immediatamente circondato dalle forze di sicurezza e un contingente delle Forze Armate canadesi è stato inviato sul posto.
Si tratta del secondo attacco terroristico commesso a distanza di poche ore da quando lo Stato Islamico ha messo in rete l’appello di un uomo convertito allo Stato Islamico, apparentemente proveniente dal Canada, aveva appena sollecitato i fondamentalisti islamici canadesi a colpire in patria, affermando che il Canada è coinvolto in attacco all’IS, ed è quindi “lecito vendicarsi in questo modo.”
L’allerta terrorismo era appena passata da bassa a media martedì dopo l’uccisione di un militare ed il ferimento di un secondo lunedì scorso in Quebec. Il livello non veniva modificato dal 2010.
Il Canada sembrava sentirsi al sicuro nonostante la partecipazione del paese alla Coalizione anti IS, eppure l’aggressore dei due militari, abbattuto dalla polizia, era un venticinquenne canadese Martin Rouleau, convertitosi all’Islam e radicalizzatosi.
L’attacco di lunedì era già stato dichiarato “terrorista” dal governo canadese, il primo attacco legato al terrorismo islamico. Forse proprio per questa apparente tranquillità il livello di allerta era rimasto basso.
Eppure il giovane era uno dei tanti lupi solitari o jihadisti dormienti. Alcuni si preparano ad andare in Siria o Iraq, altri sono pronti ad agire dove si trovano. Gli stessi servizi canadesi l’avevano identificato come uno dei circa 90 individui presenti sul territorio e considerati possibili incitatori di attentati jihadisti. Secondo le autorità canadesi almeno 80 di questi sarebbero di ritorno da zone di guerra quali Siria ed Iraq.
Stasera Ottawa è ancora in tensione. La situazione non è ancora considerata sotto controllo perché, secondo la stessa polizia, non è ancora sicuro che si siano individuati tutti i sospetti.
Washington è in stretto contatto con Ottawa. Nel contesto attuale gli USA spalleggiano anche a livello sicurezza il vicino canadese turbato da questo attentato. I canadesi non sono abituati come i loro vicini ad attacchi armati di ogni genere ed oggi era in corso una commemorazione della prima guerra mondiale.
Ma non bisogna confondere. Geograficamente si potrebbe pensare, e qualche “opinionista” già inizia ad emettere l’ipotesi che attaccando il Canada si è voluto attaccare l’America. Un errore grossolano poiché il Canada ha assunto una posizione netta ed attiva contro l’ISIS.
gjm