WWF ITALIA, LEGAMBIENTE E GREENPEACE ITALIA presentano l’iniziativa per contrastare il rilancio indiscriminato delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi nei mari Adriatico, Ionio, Alto Tirreno e soprattutto nel Canale di Sicilia e impedire l’ulteriore colonizzazione petrolifera della Basilicata.
Nell’ambito dell’azione comune sul c.d. decreto legge “Sblocca Italia” (dl 133/2014), si terrà venerdì 17 ottobre alle ore 14.30, presso la Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace ormeggiata presso il molo 4 della banchina S. Antonio di Siracusa, la conferenza stampa delle associazioni che sarà focalizzata sui contenuti dell’art. 38 del decreto.
Sono stati invitati a partecipare i parlamentari eletti alla Camera e al Senato della Repubblica nel colleggio siciliano per un confronto e una riflessione sulle forzature normative e costituzionali contenute nell’art. 38 del d.l. 133/2014.
Le associazioni ritengono, tra l’altro, che le disposizioni contenute nell’art. 38 del dl 133/2014:
1) consentano di applicare le procedure semplificate e accelerate sulle infrastrutture strategiche ad una intera categoria di interventi senza individuare alcuna priorità; 2)trasferiscano d’autorità le VIA sulle attività a terra dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente; 3) compiano una forzatura rispetto alle competenze concorrenti tra Stato e Regioni cui al vigente Titolo V della Costituzione; 4) prevedano una concessione unica per ricerca e coltivazione in contrasto con la distinzione tra le autorizzazioni per prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi del diritto comunitario; 5) applichino impropriamente e erroneamente la Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Impatto Ambientale; 6) trasformino forzosamente gli studi del Ministero dell’Ambiente sul rischio subsidenza in Alto Adriatico legato alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in “progetti sperimentali di coltivazione”; 7) costituiscano una distorsione rispetto alla tutela estesa dell’ambiente e della biodiversità rispetto a quanto disposto dalla Direttiva Offshore 2013/30/UE e dalla nuova Direttiva 2014/52/UE sulla Valutazione di Impatto Ambientale.