“La crisi sanitaria provocata dall’Ebola non deve trasformarsi in una crisi socioeconomica!”
E’ il parere di uno degli alti responsabili dell’alto responsabile dell’United Nations Development Programme, l’UNPD*, Magdy Martínez-Solimán che sta effettuando un viaggio di dieci giorni nei paesi più colpiti dalla malattia: Guinea, Sierra Leone e Liberia.
Secondo Magdy Martínez-Solimán “Questa crisi sanitaria devastatrice sta distruggendo anche vite e comunità. Colpisce anche le economie nazionali distruggendo i mezzi di sussistenza ed i servizi di base e potrebbe annientare anni di sforzi fatti per stabilizzare l’Africa occidentale”. Ed ha aggiunto: “Nel nostro sforzo comune per vincere l’epidemia, dobbiamo stare attenti che ognuno di questi paesi continuino a funzionare e si rimettano in marcia rapidamente”.
In effetti, questi tre paesi sono già stati contraddistinti da livelli di sviluppo umano molto bassi ma, benché da poco usciti da diversi anni di guerra civile e di instabilità politica, avevano iniziato a registrare progressi incoraggianti.
Il giro di Martínez-Solimán, accompagnato da Ruby Sandhu-Rojon, Vicedirettrice dell’Ufficio regionale dell’UNPD per l’Africa, prevede visite nei centri di trattamento della febbre Ebola e nei siti dell’UNPD ma anche incontri con le autorità governative e le altre agenzie ed istituzioni coinvolte nella lotta contro la propagazione della malattia.
Già a fine settembre le Nazioni Unite avevano rafforzato la loro azione contro l’epidemia con la creazione dell’UNMEER (Missione delle Nazioni Unite per l’azione d’urgenza contro l’Ebola ), una struttura unica incaricata di contenere la malattia ed impedirne la propagazione verso altri paesi nonché di trattarla e di occuparsi delle persone infettate.
I problemi da affrontare sono innumerevoli, anche perché alla malattia si aggiunge la paura della malattia. Con la chiusura preventiva di scuole ed università in Guinea, i servizi sociali non hanno più avuto modo di seguire questa parte della popolazione e di continuare la copertura tramite vaccini. Si rischia anche la carenza alimentare poiché vi sono meno braccia disponibili per la coltura la raccolta. In Sierra Leone il prezzo del riso è salito almeno del 30%, mentre in Guinea la produzione nazionale è crollata del 10%. La crisi provocata dalla febbre Ebola rischia quindi di riportare indietro di diversi anni i paesi più toccati.
L’UDNP mira a rilevare il più rapidamente possibile la malattia ed a contenerla cercando così di trovare soluzioni sia al problema sanitario che a quello economico. Tra le azioni in corso: l’informazione e la partecipazione delle comunità, il miglioramento dell’accesso ai servizi sociali di base ma anche la formazione di forze di polizia per evitare la propagazione della malattia. Ovviamente l’organizzazione sta trattando ad alti livelli per ottenere l’accesso umanitario e mobilitare l’attenzione e le risorse attorno alla crisi.
L.P.
*UNPD – Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo