“Ancora un tragico lutto tra le fila degli agenti, fenomeno che evidenzia ulteriormente lo stato di abbandono e di malessere della Polizia Penitenziaria in Italia”.
Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti, dopo la notizia del suicidio di un agente della polizia penitenziaria di Enna, in servizio presso il carcere di Catania, aggiungendo che “pensare che tale atto non possa essere scaturito anche da una condizione lavorativa complessa, significa voler chiudere gli occhi di fronte ad un fenomeno che sta flagellando chi ogni giorno non solo fatica a vedersi riconosciuti i più elementari diritti contrattuali ma subisce uno stato di abbandono sempre più evidente”.
“Lungi da noi voler strumentalizzare l’ennesima tragedia – prosegue il sindacalista – ma crediamo sia lecito interrogarsi riguardo ai progetti ‘sbalorditivi’ sul benessere del personale e sulla creazione di centri d’ascolto da tempo annunciati dal Dap e mai resi efficaci. Forse il problema delle carceri non è stato mai considerato anche come un problema del personale di Polizia Penitenziaria ma è innegabile la necessità di compensare il disagio lavorativo con adeguati e concreti interventi di sostegno”.
E “mentre alla famiglia dell’agente va il nostro cordoglio – aggiunge Moretti –, non possiamo non sottolineare la necessità che il Governo, le istituzioni e chi ha la responsabilità della sicurezza del Paese, si occupi compiutamente di questa categoria di lavoratori. Da parte nostra – conclude – teniamo a precisare che già nel prossimo incontro con il Ministro Orlando, previsto per l’ 8 ottobre, daremo vita a una nuova specifica sollecitazione a non abbandonare la Polizia Penitenziaria”.