Ce lo ha detto anche il più grande linguista vivente, Noah Chomsky, autore del libro “il linguaggio e la mente”. La sua lucidità è inversamente proporzionale a tanti citrulli che ancora credono alla politica.
Il messaggio è chiaro, stiamo andando verso un governo mondiale di pochi, pochissimi eletti. Si chiama plutocrazia, e non è il governo del cane di Topolino. L’allarme era arrivato tempo fa anche da Gino Strada, il ragionamento è semplice.
Nel mondo solo 85 persone possiedono la ricchezza che possiede in equivalenza il mondo intero. Significa che ognuna di queste persone ha il controllo monetario di miliardi di individui, e se ci arrivo io che avevo la sufficienza risicata in matematica, è chiaro per forza.
Ma non è tutto. Chi detiene il potere vero, quello della grana, non appartiene a nessuna coalizione politica, sono le persone che la politica la controllano col denaro. E sono, si faccia attenzione, persone che non vengono elette dal popolo. Hanno denaro come una casta, un feudo, e dettano legge. Per cui, qualsiasi colore avranno i governi futuri, dovranno sempre e comunque rispondere a pochi plutocrati. Chomsky individua, tra l’altro la nazione in cui la maggiore ricchezza si concentra, ma non per territorio, per presenza di multinazionali: Gli USA.
È la morte della democrazia, in cui sembra che non abbiamo colpa, visto che sembra anche il decesso di ogni forma sociale di aiuti. Senza mezzi termini, non valiamo niente, zero, perchè non esprimiamo abbastanza potere economico.
In questo buio, almeno per non sbattere troppo, possiamo solo informarci. Chomsky sostiene che non dobbiamo prendere le notizie solo da blog e facebook. Si è sviluppato questo apprendere i fatti in stile “cotto e mangiato”.
Si casca facilmente in bufale, non si esce dal recinto del social per verificare la veridicità di una notizia. E non si leggono giornali, se non settari e di parte.
Una colpa fondamentale è sicuramente da attribuire agli intellettuali, corrotti, comprati dal potere e pronti a scodinzolare, hanno preferito non educare e ubbidire al padrone danaroso. Se non avete capito l’antifona, in poche parole, incrociamo le dita, finchè dura.