Tutti sappiamo che la magistratura italiana, è un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, depositaria del potere giudiziario sancito dall’art. 104 della Costituzione della Repubblica, titolari della funzione giurisdizionale, amministrata in nome del popolo. Il principio di indipendenza del giudice, è ricordato anche nell’art. 101, che stabilisce: “I giudici sono soggetti soltanto alla legge”. In poche parole, il giudice è libero di decidere il caso in piena autonomia di giudizio. Bene, in un momento particolare e drammatico per la nostra Democrazia, dove la corruzione ha raggiunto “livelli” galattici , il Governo ha approvato (alla Camera), una legge che introduce la responsabilità civile dei giudici. Una responsabilità, peraltro già sancita dal popolo, con i referendum del 1987, dopo lo scandalo della vicenda Enzo Tortora.
Nel 1988, in attuazione di quel referendum, il Parlamento approvò la Legge n°117 ( Legge Vassalli). Oggi i magistrati rispondono penalmente, civilmente delle azioni commesse a danno dei cittadini. Penalmente qualora commettano reati nell’esercizio delle loro funzioni. Rispondono civilmente in caso di colpa grave o diniego di giustizia. In questi casi il cittadino potrà chiedere un risarcimento per il danno subito. Basta leggere l’art. 2 della suddetta legge che dice: “Chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato con dolo a colpa grave (…) può agire contro lo Stato per il risarcimento dei danni. Lo Stato, entro un anno dal risarcimento, esercita l’azione di rivalsa nei confronti del magistrato. Tutto chiaro? “Ma manco per niente”. La politica vuole dettare nuove regole per i giudici, provvedimenti che se passeranno, specialmente in questo momento di “onda tangentista”faranno si che: “Chi si riterrà danneggiato dalle inchieste anti tangenti, potrà chiedere un risarcimento pecuniario direttamente ai giudici e non allo Stato. Lo potrà fare anche per manifesta violazione del diritto. Tutto ciò, in un momento di forte impegno della magistratura nella lotta alla corruzione !
Mi chiedo: “Ma possibile che al momento del voto nessuno si è ricordato che la legge esiste già?” Mi sovviene il film “Guardie e ladri” diretto da Mario Monicelli, interpretato da Totò e Aldo Fabrizi. La trama di quel capolavoro mi torna prepotentemente in mente, ma manifesto improvvisamente un lapsus:”Non ricordo se erano le guardie ad inseguire i ladri o erano i ladri che inseguivano le guardie”.
Aldo Mucci