«Les sanglots longs des violons de l’automne, blessent mon coeur d’une langueur monotone». Questa volta a trasmettere non è Radio Londra. Non ci sono i maquis francesi ad ascoltare i due messaggi con i quali gli alleati anticiparono lo sbarco in Normandia.
La nuova operazione Neptune l’ha annunciata oggi il presidente francese Francois Hollande che ha dichiarato di aver detto a Vladimir Putin che egli è “benvenuto” a partecipare alla celebrazione del 70° anniversario dello sbarco in Normandia delle forze alleate nella seconda guerra mondiale.
L’ambasciatore russo in Francia ha già dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin parteciperà alle commemorazioni del D-Day con i leader occidentali il 6 giugno.
Sarebbe la prima volta dopo l’annessione della Crimea alla Federazione russa che Putin potrebbe incontrare i leader occidentali.
Blessent mon coeur d’une langueur monotone. Non è autunno, ma i lunghi singhiozzi dei violini feriscono lo stesso il cuore. Annunciare lo sbarco di Putin in Normandia, proprio lo stesso giorno in cui i filo-russi dell’est ucraino hanno reso noto che si terrà come previsto domenica 11 maggio il referendum separatista che potrebbe consegnare al Cremlino nuove provincie, mi sembra quasi una beffa.
Ieri Putin aveva chiesto un rinvio del voto per favorire il dialogo con Kiev. Una strana richiesta quella del presidente russo, visto come Mosca ha finora forzato la mano affinchè i separatisti potessero agire per consegnare alla Federazione russa questa parte dell’Ucraina. Lo smembramento dell’Ucraina era già stato pianificato da tempo dal Cremlino. Molto prima che la Crimea venisse invasa dai russi.
Cosa ha spinto ieri Putin a chiedere un rinvio del referendum? Forse il timore che i separatisti possano perdere il referendum e che sarebbe poi veramente difficile giustificare una nuova invasione da parte delle forze armate russe in danno di un paese la cui maggioranza sarebbe palesemente contraria alla scelta separatista? La difficoltà di gestire il referendum – così come avvenuto in Crimea – potendo contare sulle forze armate già presenti sul territorio, seppur indossando divise senza insegne di appartenenza? Il timore che a votare possa essere soltanto la popolazione ucraina residente, con risultati imprevedibili, o forse catastrofici, per Mosca? Non lo sappiamo. E forse non lo sapremo mai.
Tutto quello che sappiamo, è che Hollande, tre giorni prima di un referendum che potrebbe sfociare in un bagno di sangue e in altre azioni di guerra, ha dato a Putin la possibilità di uno sbarco in Normandia senza che venisse sparato un solo colpo.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il cancelliere tedesco Angela Merkel , che sono tra i leader occidentali che parteciperanno alla cerimonia del D-Day in Normandia, dopo aver escluso la Russia dall’ultimo G8 a seguito di quanto accaduto in Ucraina, come si presenteranno alla cerimonia del D-Day insieme a Putin?
Insieme alle bandiere poste accanto le croci dei soldati caduti durante lo sbarco, Hollande farà sventolare anche quelle delle vittime che quasi sicuramente ci saranno nei prossimi giorni in Ucraina?
Blessent mon coeur d’une langueur monotone
Gjm