Se sei un cittadino americano, è assai probabile che l’FBI abbia già in archivio dati ed immagini che potrebbero portare al tuo riconoscimento e che la stessa possibilità venga concessa anche ad altri per ragioni che nulla hanno a che vedere con crimini che potresti aver commesso. Secondo quanto pubblicato da Jennifer Lynch sul sito Ars Technica un database di riconoscimento facciale sarebbe operativo entro l’estate e rappresenterebbe una seria minaccia alla privacy di tutti gli americani.
Il database del FBI contiene già oltre 100 milioni di singoli record ed è stato progettato per includere molteplici forme di dati biometrici, tra cui il palmo delle mani, la scansione dell’iride, le impronte digitali. Il sistema (NGI ) inserisce tutti i dati nel file di ogni individuo, collegandoli ai dati personali e biografici come nome, indirizzo, numero ID, lo status di immigrazione, età, razza, ecc Questo immenso database è condiviso con altre agenzie federali e con i circa 18.000 operatori statali, locali e forze dell’ordine statunitensi.
Entro il 2015, il database potrebbe contenere fino a 52 milioni di immagini di volti. Nuovi documenti rivelano che il database sarà in grado di elaborare 55.000 nuove iscrizioni al giorno corredate da immagini utili a condurre decine di migliaia di ricerche ogni giorno.
Il dato più preoccupante della vicenda, è rappresentato dal fatto che l’archivio non comprenderà soltanto i dati di soggetti che abbiano un profilo penale, ma anche milioni di immagini di cittadini che non hanno alcun precedente e non sono oggetto di indagini.
Entro il 2015, il database includerà infatti 4,3 milioni di immagini scattate per “scopi non penali”.
Attualmente, nel caso in cui per ragioni di lavoro o per un controllo di eventuali precedenti si procede ad inviare le impronte digitali al FBI, le stesse vengono memorizzate nel suo database. Tuttavia, l’FBI non ha mai accostato immagini e dati, se non per ragioni penali.
I due diversi archivi non permettevano la ricerca di un volto ed un eventuale controllo su soggetti che non fossero stati già inseriti nell’archivio penale. Con NGI, d’ora in avanti, ogni record, sia penale o meno, avrà un ” universale Control Number “(UCN) , e ogni ricerca sarà eseguita nell’archivio completo del database. Ciò significa che anche se non siete mai stati arrestati per un reato ma il vostro datore di lavoro ha l’obbligo di presentare a qualsiasi titolo una vostra foto, l’immagine del vostro volto entrerà a far parte di quell’immenso album fotografico che, comprensivo dei vostri dati biologici, sarà nella disponibilità non soltanto del FBI.
Considerato che le immagini archiviate a volte sono di bassa risoluzione e che “la lista dei candidati è un vantaggio investigativo, non una identificazione – così come dichiarato dal FBI – visto che l’immagine viene resa come una di quelle appartenenti alle cinquanta diverse persone che somigliano di più”, c’è da chiedersi se non si corra il rischio di ritrovarsi ad essere oggetto di un’indagine sol perchè un computer ha ritenuto vi sia una somiglianza tra il vostro volto e quello di un sospettato.
Ancor più grave il fatto che un milione delle suddette immagini proverranno da fonti che non vengono indicate, lasciando ampio spazio al sospetto che possano provenire da social network, o altre fonti, in palese violazione della vostra privacy.
A tal proposito, va ricordato che solo su Facebook sono reperibili qualcosa come 250 miliardi di fotografie postate dagli utenti. Cosa dire poi di chi adoperando i Google Glass può tranquillamente, ed a nostra insaputa, mettere in rete immagini nostre che potrebbero finire nel database del FBI? E – in questo contesto – la violazione della privacy riguarda soltanto il terzo degli abitanti degli Stati Uniti che si prevede vengano inseriti nel database entro il 2015, o, com’è probabile, la violazione potrebbe riguardare i cittadini di tutte le nazioni del mondo?
Dopo lo scandalo dello spionaggio da parte della NSA in danno di leader politici e imprenditori, ma anche di semplici cittadini, di mezzo mondo, ecco che cambia l’Agenzia (NSA-FBI) ma non i metodi utilizzati dal governo degli Stati Uniti per spiare qualsiasi persona sul pianeta terra.
Ad onor del vero, una piccola differenza c’è: adesso siamo tutti un po’ più americani! Come avevano chiesto i leader europei dopo lo scandalo dello spionaggio da parte della NSA, il governo americano tratta tutti come se fossero cittadini statunitensi. Anziché però smetterla di raccogliere dati e immagini dei cittadini stranieri, ha iniziato a schedare un terzo della sua popolazione.
Soddisfatti?
Gian J. Morici
(PS – Considerato che in occasione del rilascio dell’ID le mie foto sono già state inserite sul database dello Stato – non per ragioni penali -, così come le mie impronte scannerizzate tramite lettore digitale, il Governo degli Stati Uniti non ha necessità di chiederne di nuove, né di cercare tra le lenzuola del mio letto o su un pettine un capello dal quale potere ricavare il dna. Anche perchè di capelli ne ho ormai ben pochi e questo renderebbe più difficile la ricerca).