A partire dall’inizio di giugno riprenderà il pattugliamento degli oceani da parte dei sommergibili nucleari russi. Ad affermarlo è il comandante della marina russa ammiraglio Vladimir Vysotsky. Mentre l’intelligence americana, ma non solo quella, ritiene assai probabile un intervento delle forze armate in Ucraina dopo l’annessione della Crimea alla Federazione russa, il Cremlino in risposta a quella che ritiene essere una “strategia di guerra preventiva” da parte degli Stati Uniti, adotta tutte le misure di strategia militare messe in campo nel secolo scorso durante la cosiddetta “Guerra Fredda”.
Dalla corsa agli armamenti al pattugliamento costante dei mari con sottomarini nucleari, rispolverando ed implementando vecchi progetti come quello dell’utilizzo di delfini nelle azioni di guerra in mare.
La rapida azione condotta dalle forze armate russe in Crimea , ha consegnato nelle mani di Mosca la quasi totalità della flotta militare ucraina. La cattura del dragamine Cherkessy e dell’unico sottomarino ucraino, adesso battente bandiera russa, hanno ridotto a sole dieci navi le forze navali di Kiev.
Ma non di sole navi è formato il “bottino” realizzato dal Cremlino a seguito dell’invasione della Crimea. A Sebastopoli, oggi nelle mani dei russi, veniva portato avanti il “progetto delfino”. Un progetto analogo a quello attuato in California dove vengono addestrati mammiferi marini da utilizzare nel rilevamento di mine e per portare a termine attacchi suicidi contro navi o sottomarini nemici.
L’allora Unione Sovietica, a partire dagli anni ’60, aveva iniziato ad addestrare a Sebastopoli i delfini affinchè grazie al loro sonar fossero in grado di distinguere i sottomarini sovietici da altri potenziali bersagli da attaccare. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, nel 1991, i mammiferi presenti nel centro di addestramento di Sebastopoli e gli addestratori che ne avevano cura, rimasti in Ucraina, a seguito dei nuovi aspetti geopolitici venutisi a creare e che di fatto riducevano il rischio di nuove guerre, vennero riutilizzati per scopi civili quali l’impiego nella terapie di nuoto per soggetti disabili, in particolare per i bambini.
Nel 2012, un’ulteriore riconversione, portava al rilancio del programma militare precedentemente abbandonato, prevedendo l’addestramento dei mammiferi per la marcatura con boe di armi e oggetti sommersi.
L’attuale generazione di delfini presenti a Sebastopoli era stata già addestrata allo scopo. Gli ultimi eventi in Ucraina, in un programma di riduzione delle spese, avevano portato il governo di Kiev ad annunciare l’intenzione di rimettere in libertà i delfini.
La successiva presa di Sebastopoli da parte dei russi ha però cambiato ancora una volta le prospettive future dei delfini, visto che gli esperti russi hanno rivalutato la possibilità dell’utilizzo bellico degli animali grazie a nuovi dispositivi in grado di convertire i segnali sonar emessi dai delfini in segnali leggibili dagli operatori direttamente sul loro monitor.
Il progetto è già stato finanziato dalla marina russa.
Gjm