In Venezuela continua la protesta degli studenti contro il governo del presidente Nicolas Maduro. Proteste contro le quali il governo ha deciso fin d subito di usare il pugno duro. Bombe lacrimogene, cariche di polizia, colpi di fucili caricati con pallettoni di gomma, ma anche munizionamento comune.
Bande di motociclisti incappucciati pronte a dar fuoco a quello che incontrano lungo la loro strada, pronte ad aprire il fuoco contro un dimostrante, un passante, un ragazzino. In Venezuela si muore anche così, a volte senza sapere neppure il perchè. Dai primi del mese scorso – quando gli studenti iniziarono a manifestare – ad oggi, i morti sono stati ventisei e numerosi i feriti.
Senza entrare nel merito delle responsabilità, senza volerne fare una questione di carattere politico, di ideologie, di divisioni tra una destra e una sinistra che ormai sembra esistere soltanto per creare divisioni che non hanno più nulla di politico, ci limitiamo a sottoporre ai lettori alcune delle immagini facilmente reperibili sui social-network, che mostrano il volto di un paese sull’orlo del baratro del quale si parla forse troppo poco.