Da Prefetto di Trapani si spese nelle questioni riguardanti i beni confiscati ai mafiosi. Una battaglia affrontata con coraggio e che portò alla stipula della “Carta degli impegni libera terra Trapani”, documento che consente di velocizzare le procedure di confisca dei beni ai mafiosi.
Tra le tante iniziative antimafia del Prefetto Sodano, va ricordato l’aver impedito che la mafia potesse riappropriarsi della “Calcestruzzi ericina” confiscata al boss Vincenzo Virga.
Trasferito da Trapani ad Agrigento – un trasferimento secondo Sodano deciso dal senatore (Ncd) Antonio d’Alì, all’epoca sottosegretario all’Interno –, nella città della valle dei templi riprese con coraggio e determinazione il suo impegno sul fronte dell’antimafia.
D’Alì venne successivamente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per aver intrattenuto rapporti con uomini di spicco di “cosa nostra”, tra i quali il boss latitante Matteo Messina Denaro.
Tra i diversi i capitoli di accusa a carico dell’ex sottosegretario all’Interno, anche quello relativo ai lavori da 100 milioni di euro per il rifacimento del porto di Trapani in occasione delle gare della Coppa America del 2005. Lavori nei quali, la mafia riuscì tranquillamente ad entrare.
Nell’ottobre 2011 la Procura di Palermo chiese il rinvio a giudizio di D’Alì. Il processo, celebrato con il rito abbreviato, terminò il 14 giugno del 2013 con l’assoluzione per i fatti contestati al senatore – all’epoca pidiellino – dopo il ’94 e con la prescrizioni di quelli antecedenti.
I Pm per D’Alì avevano chiesto la condanna a 7 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa.
Purtroppo, dopo il trasferimento da Trapani, miglior fortuna non ebbe il Prefetto Fulvio Sodano ad Agrigento. In molti ricordano le dure parole di pubblica denuncia, allorquando costretto a lasciare anche questo incarico dichiarò: vengo punito per aver combattuto la mafia.
Pare che infatti tutte le attenzioni in materia di antimafia fossero concentrate sul Comune di Agrigento, mentre sulla Provincia, nonostante i gravi fatti che riguardavano rappresentanti di primo piano, nessuno voleva accendere i riflettori.
Su questa “divergenza di opinioni” nacque una polemica che sembrò dividere Prefettura e Questura – quest’ultima diretta dal questore Carmelo Casabona – che terminò alla fine del 2004, con il contestuale allontanamento da Agrigento del Prefetto Sodano e del questore Casabona.
A seguito di questi fatti, furono in molti a mormorare in città che ci fosse stata , l’ingerenza da parte di forze politiche per mettere a tacere un Prefetto scomodo. Pressioni che sarebbero venute da parte di esponenti politici agrigentini ben ammanigliati ai salotti romani.
Sodano, dopo aver combattuto la mafia, nonostante a causa della malattia non potesse più esprimersi verbalmente, rilasciò un’intervista (v. video), mandata in onda da “Anno Zero” il 05/10/2006, nel corso della quale continuò a muovere pesantissime accuse nei riguardi di quelle Istituzioni nelle quali non nutriva più alcuna fiducia Ai familiari del Prefetto Fulvio Sodano, porgiamo le nostre più sentite condoglianze.
Gian J. Morici