Le armi chimiche di Assad saranno distrutte. Il come e dove è motivo di polemiche e vibrate proteste, ma il dato di certezza è quello che andranno distrutte. Ma la fame e la guerra del terrore, potentissime armi usate contro la popolazione innocente, contro i bambini, chi potrà fermarle?
Questa guerra, meno appariscente, ma non per questo meno crudele, mostrata in un documentario dal titolo “Children on the Frontline”ai soli telespettatori canadesi e del Regno Unito racconta la vita all’interno dei quartieri in guerra di Aleppo.
Numerose le interviste a bambini che narrano delle loro esperienze di vita in prima linea nella guerra siriana. Le testimonianze scioccanti di chi la guerra la vive quotidianamente e si è vista negare la propria infanzia.
È il caso di una bambina di soli 5 anni che dinanzi le telecamere racconta un suo sogno, quello di ritrovarsi circondata da cecchini che le sparano addosso. “Mi hanno colpito qui, qui, qui…” dice la bambina indicando con il dito le parti del suo corpo dove in sogno sarebbe stata colpita dai proiettili. Sogni? No, i bambini siriani non hanno più sogni. Per molti di loro quel “sogno” purtroppo si è trasformato in realtà, per altri, è un incubo che continua a perseguitarli durante la notte.
Può abituarsi un bambino all’idea di uscire di casa e dover affrontare il fuoco dei cecchini? Questo non siamo in grado di dirvelo, quello che è certo, almeno apparentemente, che gli occhi si abituano anche alle scene di quotidiano orrore che sconvolgono la vita dei bambini siriani.
È il caso di un’altra bambina che durante il giorno cerca rottami metallici da portare al padre per costruire le sue bombe artigianali. La descrizione di morti, di teste fracassate, di sangue, lascia basiti gli operatori. Ma per la piccina questi aspetti fanno parte del suo vivere quotidiano.
Bambini che entrano nelle case alla ricerca di armi da portare agli adulti e che si fermano dinanzi ai giocattoli. La tentazione di portarli via è molto forte, ma, una delle più grandi, ferma la sorellina, “sarebbe come rubare in casa d’altri”. Poi sarà la mamma a spiegare che non permetterà ai suoi figli di saccheggiare qualsiasi cosa, da qualsiasi casa, anche se l’appartamento fosse appartenuto a persone vicine al regime.
Le armi sono necessarie, non è un furto. Di tutto il resto si può fare a meno. Le bambine di Aleppo tra le braccia non stringono più le bambole, serve metallo, servono le granate.
Ai soldati del regime si aggiunge la minaccia dei terroristi di al-Qaida che puniscono i rivoluzionari per comportamenti “non-islamici”. Al sangue, alla morte violenta, si aggiunge un nemico invisibile: la fame!
Il documentario mostra come nelle zone controllate dai ribelli del FSA, il cibo è disponibile e lo è per tutti. Ben diversa la situazione nelle aree controllate dal regime. I cosiddetti quartieri ribelli che, una volta caduti sotto il controllo di Assad si vedono bloccate le forniture alimentari. Una morte terribile che non risparmia nessuno. Né i detenuti tenuti sotto controllo dai soldati, che vengono lasciati morire di fame, né i bambini che muoiono di stenti dentro le loro case, in mezzo alle strade.
Il terrore è l’arma per eccellenza. In una guerra spesso condotta da fazioni e diretta contro obiettivi settari-religiosi, viene ampiamente utilizzato da tutte le parti in gioco. Ma, più di tutti, dal regime di Assad, che al terrorismo armato aggiunge quello silente della fame.
La gente affamata mangia ormai di tutto. Un gatto, un po’ d’erba, rappresentano una cena superba. Ma anche di questo si muore. L’erba, può essere un’erba velenosa. Meglio morire di fame o morire avvelenati? La fame è una cattiva consigliera…
Purtroppo, “Children on the Frontline” è un documentario che molti europei non potranno vedere….
Gian J. Morici