Però,questi inglesi. Quando alcune aziende hanno deciso di spostare le loro sedi fuori dai loro confini, è successo che si sono incavolati un po’ tutti. La stampa ha alzato la voce,la politica ha alzato le barricate, gli inglesi si sono fatti sentire con dure manifestazioni. Il governo inglese è felice che FIAT,scusate FCA (Fiat ChryslerAutomobiles) trasferisca la sede fiscale da loro. Cameron è raggiante,del resto l’esecutivo inglese ha fatto di tutto per portare aziende in Uk. Da loro la “ corporate tax “, (tassa che paga una società sulla quantità dei profitti) è al 20% .Notevole risparmio da parte FIAT e grande perdita fiscale da parte italiana. Il tutto è accaduto senza che nessuno si rendesse conto del “grande passo”.E’ bastata una riunione del cda nello storico palazzo di via Nizza a Torino per cancellare un secolo di storia. La scelta di FIAT di fare “alleanze” internazionali non è un problema,quello che preoccupa è : “che fine faranno le aziende italiane?”Non dobbiamo dimenticare che in Italia ci sono ancora operai in cassa integrazione. Non dobbiamo dimenticare che Fiat ha imposto a tutti, la politica del veto : “le automobili in Italia li produciamo solo noi”.Non dobbiamo dimenticare lo stabilimento di Termini Imerese. Non dobbiamo dimenticare le frasi di Marchionne di qualche anno fa: “Abbiamo investito nel mestiere con una disciplina calvinista,abbiamo restituito la dignità del lavoro alla gente degli stabilimenti che erano quasi abbandonati. Per un mese sono andato a Mirafiori. Era come una casa dimenticata dalla sua famiglia”
Le reazioni. Per il ministro Saccomanni: ”nulla di irregolare”.Per il capo dell’agenzia delle entrate: “(..) non posso impedire alla Fiat di fare delle scelte societarie che sono economicamente convenienti per loro. C’è libera circolazione di capitali e dei beni e servizi, è un fatto normale su cui il fisco non può intervenire se non attraverso le regole di legge”. In merito al pagamento delle tasse nel Paese da parte di Fiat, Befera ha confermato che se “dopo il trasferimento della sede avrà delle stabili organizzazioni e delle società in Italia, queste ultime pagheranno le tasse in Italia”.
Cala il sipario,su un’azienda che ha avuto un ruolo importante nella storia italiana. Gli “atti” sono finiti senza applausi,tra la disperazione di chi ha perso il lavoro e di chi sogna ancora di varcare quei cancelli Fiat, italiani.
Aldo Mucci