Roma, 17/01/2014 – “Le trivellazioni nel Canale di Sicilia sono per il Mediterraneo un pericolo maggiore rispetto a quello rappresentato nel passato dalla pirateria, in quanto esse imprimono danni irreparabili all’ecosistema marino, oltre che al circuito produttivo e turistico che vi gira attorno in maniera ecosostenibile”. Lo ha detto il senatore della Repubblica Giuseppe Ruvolo tornando a schierarsi contro l’offshore. L’esponente di Forza Italia chiede che venga rivisto il recupero delle vecchie istanze di perforazione dei fondali marini, e il complesso delle autorizzazioni per la ricerca, le prospezioni e le perforazioni in mare. Auspicato inoltre da una parte il coinvolgimento dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e del Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’istruttoria per le perforazioni, dall’altra, degli enti locali interessati affinché i loro pareri siano considerati nella Valutazione di Impatto Ambientale. Ruvolo propone anche il finanziamento delle attività di decommissioning delle piattaforme da dismettere, premendo poi sul risarcimento a cui sono tenute le compagnie petrolifere per i danni ambientali causati. “La questione, per non diventare succube di logiche lobbistiche – conclude il senatore -, necessita di una posizione forte e unitaria in sede euro mediterranea. Per questo, bisogna prevedere una severa regolazione dello sfruttamento di giacimenti sottomarini di idrocarburi liquidi, verificare la compatibilità di attività eventualmente in corso da parte di Stati mediterranei in acque straniere, e promuovere una rapida ratifica di tutti gli accordi e convenzioni internazionali, cui l’Italia ha aderito”.