“Go, go, go”: questo è il comando con cui entrano in azione le squadre speciali dei Nocs della Polizia di Stato. Il Nocs, Nucleo operativo centrale di sicurezza è il gruppo speciale della Polizia addestrato per portare a termine operazioni ad alto rischio.
E per fare questo gli operatori svolgono un addestramento continuo e continue esercitazioni.
In questi giorni il reparto è stato impegnato in una simulazione di un velivolo dirottato.
Lo scenario
Lo scenario ipotizzato per l’esercitazione, svolta a Pratica di Mare (Roma) in collaborazione con l’Aeronautica militare e che ricrea gli stessi protocolli di emergenza di una situazione reale, è stato quello del dirottamento, ad opera di terroristi a bordo di un aereo passeggeri in transito sul territorio italiano.
Il velivolo, dopo essere stato intercettato in volo da due caccia dell’Aeronautica militare in servizio di sorveglianza e difesa dello spazio aereo nazionale, è stato costretto all’atterraggio su uno scalo italiano, designato nel frattempo, per la gestione della situazione di emergenza.
Si tratta di un’attività di cooperazione che coinvolge da tempo la Polizia di Stato e Aeronautica Militare in esercitazioni congiunte finalizzate a ricreare situazioni di intervento tipiche nel settore dell’anti-terrorismo; l’addestramento è rivolto soprattutto alla gestione di grandi eventi e di emergenze con il coinvolgimento di più settori della difesa nazionale.
La pianificazione dell’intervento
È proprio in queste esercitazioni che si vede lo spirito di squadra che anima gli operatori Nocs. L’affiatamento è fondamentale perché ognuno sa esattamente qual è il suo ruolo e quello degli altri.
Niente è lasciato al caso: il comandante delle squadre speciali d’assalto sa esattamente cosa devono fare i “suoi” uomini e quando. Questo richiede la conoscenza di tattiche e tecniche operative specifiche che vengono allenate quotidianamente.
L’azione
L’intervento all’interno di un aereo passeggeri è un’operazione complessa dove è necessario l’impiego di molti uomini perché, come ci spiega il comandante in un’intervista in esclusiva per il sito, in questa maniera si può intervenire tempestivamente prima che i terroristi facciano mosse pericolose. Prima si neutralizzano i criminali e meno rischi ci sono per i passeggeri.
Gli ostaggi, scesi dall’aereo, vengono perquisiti per controllare che tra loro non si nasconda un terrorista, e messi in una zona separati dagli attentatori. Per i feriti c’è un supporto sanitario che interviene eventualmente al bisogno.
Il debriefing
Alla fine dell’esercitazione c’è un incontro con tutti gli operatori coinvolti per analizzare ogni aspetto e le varie criticità che sono emerse. I problemi vengono risolti con la pianificazione, lo studio e l’apporto di tutti. È sempre un lavoro di squadra che porta a raggiungere un obiettivo, non eroismi individuali.