I N P S: garantiamo i servizi, rilanciamo lo stato sociale, difendiamo le retribuzioni
Con lo slogan “ i servizi non si toccano i salari non si tagliano”, e ricordando che l’INPS non può essere utilizzato come il bancomat da cui ogni Governo preleva a piacimento, i dipendenti del più grande Ente Previdenziale Europeo hanno proclamato lo stato di agitazione.
Già da ieri, come riferisce Giuseppe Argento, si è avuta una grande partecipazione alle assemblee indette da CGIL, CISL, UIL e CISAL delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ente per dire
NO AL TAGLIO DELLE RETRIBUZIONI
NO ALLA RIDUZIONE DEI SERVIZI RESI AI CITTADINI
Nei moltissimi ordini del giorno scaturiti dalle assemblee che si sono svolte sull’intero territorio nazionale è emersa la richiesta di intraprendere e continuare ogni ulteriore forma di lotta che si dovesse rendere necessaria, fino a quando non si sarà conclusa positivamente la vertenza in atto.
Nell’ambito delle iniziative già poste in essere, CGIL, CISL, UIL e CISAL ieri hanno presidiato l’insediamento del nuovo Comitato di Indirizzo e Vigilanza ed hanno illustrato ai nuovi componenti dello stesso CIV ed al Ministro del Lavoro Giovannini, presente all’evento, le ragioni dello stato di agitazione dei lavoratori dell’Ente.
Il CIV ha espresso la propria vicinanza ai lavoratori e si è al contempo impegnato a fare la propria parte per scongiurare gli effetti che il taglio dell’art. 18 potrebbe determinare sull’intera tenuta dell’Istituto.
VENERDI’ 4 ottobre SI REPLICA!
PORTIAMO LA PROTESTA ALL’ESTERNO
spieghiamo ai cittadini e all’opinione pubblica che è a rischio lo stato sociale di questo Paese!
Spieghiamo alla popolazione che compito dell’INPS è quello di consentire a tutti i cittadini, a prescindere dalle loro condizioni sociali ed economiche, di accedere, con pari dignità ed opportunità, ai servizi che eroga.
invece di procedere con un adeguato piano di riorganizzazione per migliorare i servizi e qualificare il lavoro, non si trova di meglio che ridurre il personale e tagliare le retribuzioni. Abbiamo motivo di ritenere che, se realmente si volessero mettere a disposizione della popolazione servizi più efficaci e meno costosi, si dovrebbe indirizzare la scure sulle spese improduttive, appalti, consulenze, affitti, inutili ecc., e non certo, come purtroppo sta avvenendo, su organici e retribuzioni.