“Il pieno e corretto utilizzo dei fondi strutturali europei disponibili per la Sicilia destinati allo sviluppo regionale, alla realizzazione di infrastrutture strategiche, allo sviluppo sostenibile, al sistema imprenditoriale, all’occupazione giovanile, alla cultura e al turismo sostenibile deve essere la vera sfida dell’azione corale del barcollante Governo regionale che esige un forte senso di responsabilità per accelerare e riqualificare la spesa e scongiurare il disimpegno automatico delle risorse.
Dei 4,3 miliardi di euro che la Sicilia aveva a disposizione per la programmazione Fesr 2007/2013 restano da spendere e rendicontare (entro il 2015) 3 miliardi di euro: la spesa certificata del Fesr ammonta a 1,3 miliardi di euro, pari al 27,4% mentre quella del Fse (budget 1,6 mld di euro) arriva al 40,9%. Un dato sconfortante legato all’incapacità del Governo regionale di sostenere le progettualità.
E’auspicabile che la rimodulazione di 2,1 miliardi di euro (scadenza 2016) – nell’ambito del PAC (Piano di Azione e Coesione) che coinvolge la Regione ed il Governo Nazionale – possa seguire un approccio più armonico e puntare allo sviluppo urbano sostenibile, all’ammodernamento infrastrutturale e alla valorizzazione delle identità culturali e delle aree archeologiche e di pregio turistico, garantendo più posti di lavoro in special modo per i giovani”.
Lo ha affermato l’On. Salvatore Iacolino (PPE), Vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni nel corso dell’incontro “Dall’Europa alla Sicilia: più crescita e sviluppo sostenibile con l’utilizzo dei fondi strutturali” svoltosi oggi ad Agrigento.
“Alla Sicilia ed ai siciliani non serve un presidente della Regione che distoglie l’opinione pubblica con inutili e strombazzanti annunci quando invece sarebbe più opportuno avviare una azione corale dei Dipartimenti regionali per impiegare al meglio i fondi europei per promuovere sviluppo e rilanciare l’occupazione.
“Confidiamo – conclude Iacolino – in uno scatto di reni del Governo regionale che garantisca trasparenza, tempestività ed appropriatezza nella spesa dei fondi strutturali. Nel caso contrario, il Presidente Crocetta rischia di passare alla storia come il primo governatore della Sicilia che potrebbe restituire all’Unione Europea rilevanti flussi finanziari della programmazione 2007/2013, in quel caso disimpegnati per incapacità ed inadeguatezza di Crocetta, dei suoi assessori e di parte della burocrazia”.