mi permetto di disturbarLa in quanto fiducioso di potere aprire una costruttiva comunicazione con una personalità che ha improntato la Sua lunga storia politica ed istituzionale su un approccio laico e liberale sintetizzato nel titolo “Non Mollare” il primo quotidiano clandestino antifascista stampato a Firenze nel 1925.
Ho fiducia nella Sua caratura intellettuale che durante la Sua vita politica l’ha sempre spinta a lottare per l’affermazione dei diritti umani, per il rispetto del Diritto Internazionale e perché fosse istituito un Tribunale Penale Internazionale preposto a giudicare nel mondo intero “i crimini contro l’umanità, crimini di guerra e genocidio”.
Una stima che mi incoraggia a tornare a scriverLe per chiederLe di concretizzare con un atto palese e coerente ai moderni sistemi comunicativi, che consenta al cittadino di confrontarsi con un Ministro della Repubblica, soprattutto su temi importanti.
Fra i possibili e più significativi, quello di garantire i “diritti umani e di funzione” a due cittadini italiani, i due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ormai da troppo tempo ostaggio dell’India ed in attesa di un giudizio “equo e rapido” che dovrebbe emettere un tribunale che, peraltro, il Diritto Internazionale, ci dice non avere competenza di giudicare.
Una vicenda che mi coinvolge sul piano etico come cittadino e come ex Ufficiale italiano impegnato a lungo come Peace Keeper per garantire, su mandato delle Nazioni Unite, la stabilità e la pace. Un professionista anche attento a problemi contingenti a favore delle popolazioni locali come il pericolo della presenza delle mine anti persona tema a Lei noto e per il quale negli anni si è impegnato a lungo anche compromettendo la propria integrità fisica. Un italiano che “non molla” come titolava il quotidiano dell’allora nascente partito radicale.
Un operatore di Pace, che indossando l’uniforme, si è impegnato in aree di crisi del mondo, coerente a quanto da Lei un tempo affermato “Può sembrare paradossale, certamente amaro se “da convinta nonviolenta quale sono da sempre” mi ritrovo a condividere, se non addirittura a invocare, l’uso della forza da parte della comunità internazionale per mettere fine ai crimini contro l’umanità che vengono impunemente perpetrati in un angolo d’Europa chiamato Bosnia. Sia chiaro: non sono pacifista, non sono per la pace ad ogni costo, soprattutto quando il costo è qualcun altro a pagarlo e a questo prezzo. Sono, invece, per la supremazia del diritto ad ogni costo, ed è amaro doversi arrendere all’evidenza che esistono circostanze storiche in cui la difesa della legalità non può essere affidata, ancorché temporaneamente, che all’uso delle armi”.
Ebbene Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rispettosi del loro impegno verso lo Stato sancito da un giuramento, si trovano in ostaggio dell’India proprio perché coinvolti in eventi connessi con il loro ruolo istituzionale nel rispetto di una Legge nazionale.
Io e tantissimi altri cittadini italiani siamo sempre di più preoccupati per la sorte dei nostri militari in quanto vediamo allontanarsi sempre di più l’indebito processo da Lei e dal dott. De Mistura reiteratamente definito “giusto, equo e rapido” e della mancanza dell’affermazione della sovranità nazionale, che un arbitrato internazionale potrebbe invece riconsegnarci.
Gradiremmo poter avere la possibilità di poter esprimere a Lei ogni tanto un nostro pensiero, utilizzando un sistema comunicativo moderno, potente ed efficace quale il Social Network rappresentato da Facebook, che mi sembra che anche Lei utilizzi e prediliga attraverso varie pagine fra cui la più importante per numero di inscritti, quella al link https://www.facebook.com/pages/Emma-Bonino/9005388225?ref=ts&fref=ts.
Una pagina molto attiva in passato, alla quale era possibile accedere ed ora invece interdetta forse per motivi tecnici o per una precisa scelta. In moltissimi auspicheremmo poterla invece utilizzare per mantenere aperto un link con il nostro Ministro degli Affari Esteri, per attivare un civile, democratico e costruttivo confronto.
Si può fare qualcosa Ministro ? Possiamo sperare che una figura come Lei, massima espressione del radicalismo liberale dell’età repubblicana, garante dei diritti umani e delle regole internazionali come varie volte dimostrato con atti concreti, come quando nel febbraio 1995, accusò il Canada di “un atto di pirateria internazionale”, in quanto la marina militare canadese aveva intercettato a cannonate e sequestrato l’intero equipaggio di un peschereccio spagnolo ?
Io sono certo della Sua disponibilità ed apertura nei confronti di tanti italiani che vorrebbero confrontarsi con Lei e spero di non essere smentito.
Aspettiamo tutti con fiducia un Suo cenno di apertura la conferma delle Sue convinzioni in tema di libertà, democrazia ed espressione del libero pensiero.
Un cordiale saluto
Fernando Termentini
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