Aziende e ambiente: le emissioni di gas serra nel 2012
Il report di EcoWay – primo operatore italiano attivo nella gestione e nel trading della commodity CO2 – sui dati 2012 delle emissioni di gas serra delle aziende italiane sottoposte al meccanismo europeo dei certificati di emissione (ETS – Emission Trading System)
La Sicilia si conferma la terza regione italiana con le maggiori emissioni, 11,4% rispetto al totale nazionale
Milano, 2 luglio 2013 – Nel 2012 gli impianti industriali della regione Sicilia, pur registrando una diminuzione di emissioni di CO2 rispetto all’anno precedente (-9% da 22.450 nel 2011 a 20.431 migliaia di tonnellate di CO2 nel 2012), hanno superato – escludendo gli impianti “nuovi entranti”[1] – del 5,8% i limiti di CO2 imposti dall’Unione Europea, in controtendenza rispetto al dato nazionale che registra una flessione del 15%.
Si rileva che la regione Sicilia è l’unica, insieme alla Sardegna, che ha continuato a produrre dall’entrata in vigore del sistema ETS ad oggi più emissioni rispetto alle allocazioni gratuite imposte da Bruxelles.
La Sicilia si conferma la terza regione d’Italia che nel 2012 ha registrato il numero più alto di emissioni verificate di gas ad effetto serra, con un peso percentuale dell’11,4% sul totale delle emissioni del Paese e attestandosi a 20.431 migliaia di tonnellate di CO2 emesse.
«La riduzione delle emissioni degli impianti localizzati nella regione, in linea con la dinamica in atto a livello nazionale nel 2012, non è, come può sembrare, una buona notizia. Nasce da una significativa diminuzione della produzione industriale – ha dichiarato Guido Busato, Presidente di EcoWay che prosegue – L’effetto generato è che le aziende, registrando un abbattimento significativo delle emissioni di gas serra rispetto ai limiti imposti dalla UE, non sono stimolate ad investire in progetti di miglioramento tecnologico che, nel medio-lungo termine, hanno l’obiettivo di rendere più efficienti i propri processi produttivi così come invece previsto dal sistema europeo delle emissioni ETS».
I settori industriali coinvolti
In Sicilia nel 2012 il settore industriale della raffinazione rappresenta il 48,3% delle emissioni totali, seguito dagli impianti di combustione al 44,3% (aziende con impianti di calore > 20 MW, quali ad esempio impianti termoelettrici) e i cementifici al 7%.
I settori impianti di combustione e metallurgia producono emissioni superiori al numero di permessi. Tutti gli altri settori industriali, a causa della crisi economica, producono emissioni inferiori al numero dei permessi. In particolare, si rileva che il comparto “cementifici” ha registrato il maggior decremento di emissioni (-44,4%).
Il panorama nazionale
Aziende italiane virtuose, ma è solo l’effetto della crisi
In Italia le aziende toccano il minimo storico dei livelli di emissione e il record di surplus dei permessi. Complice la crisi economica, nel 2012 gli impianti industriali italiani maggiormente energivori – oltre 1.000 in Italia, che producono più del 40% delle emissioni di gas effetto serra totali nazionali – sottoposti alla normativa europea ETS che impone un tetto annuo alle emissioni di CO2, hanno prodotto meno gas serra, -27,5% dal 2005 e -15% rispetto ai limiti imposti per il 2012, se si escludono gli impianti nuovi entranti1, attestandosi a 164 milioni di tonnellate di CO2,dato mai così basso dal 2005 (anno di entrata in vigore dei limiti imposti da Bruxelles) quando le emissioni erano state pari a 225 milioni di tonnellate.
I settori industriali più colpiti
A causa della crisi economica si assiste al record della contrazione di emissioni dagli “impianti di combustione” (aziende con impianti di calore > 20 MW, quali ad esempio impianti termoelettrici).
I settori più colpiti sono: “cementifici”, “laterizi e ceramiche”, che incidono mediamente per il 10,5% delle emissioni nazionali e mostrano una riduzione delle emissioni pari al 40% dal 2005.
L’unico settore che ha continuato a produrre dal 2008 al 2012 più emissioni rispetto alle allocazioni gratuite imposte da Bruxelles è la raffinazione.
Geografia italiana delle emissioni:
La Puglia si conferma la regione d’Italia che registra il numero più alto di emissioni verificate di gas ad effetto serra, con il 21,3% delle emissioni totali del Paese.
Le regioni che registrano le riduzioni più sensibili di emissioni rispetto al 2005 (anno di entrata in vigore del sistema ETS) sono Veneto (-39%), Toscana (-34%) e Sicilia (-28%); le regioni che nel 2012 hanno emesso meno rispetto ai limiti consentiti sono Piemonte (-37%), Emilia Romagna (-29%) e Lombardia (-27%).
Sardegna e Sicilia si confermano anche quest’anno come le uniche due regioni che non hanno mai registrato situazioni di avanzo, ovvero hanno sempre emesso in misura maggiore rispetto ai limiti imposti dall’U.E., nel 2012 rispettivamente +22% e +6%.
Nota: dal rapporto tra emissioni e permessi sono esclusi i dati delle aziende nuove entranti alle quali non sono state consegnate i permessi
Emission Trading System (EU-ETS): cos’è, come funziona, gli obiettivi
Nato all’inizio del 2005 in linea con il protocollo di Kyoto, l’EU-ETS è il primo mercato internazionale per lo scambio di quote di emissioni sviluppato dall’Unione europea con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dalle imprese in maniera economicamente efficace.
Il mercato ETS registra al 2012 circa 12.865 impianti industriali, di cui 1.119 in Italia, ad alto consumo energetico nel campo della produzione di energia e della produzione manifatturiera nonché, dal 2012, oltre 300 compagnie aeree europee che producono circa il 40% delle emissioni totali di gas effetto serra generate in Europa.
L’EU-ETS è il primo sistema internazionale “cap and trade” che fissa, quindi, un tetto massimo al livello totale delle emissioni prodotte dalle imprese sottoposte a normativa le quali, all’interno di tale vincolo, possono gestire le eccedenze o i deficit attraverso la vendita o acquisto di certificati sul mercato.
Il meccanismo dell’ EU-ETS consente alle imprese che superano i limiti imposti di scegliere (opzione “make or buy”) se acquistare i titoli per compensare l’eccedenza di emissioni oppure, investire in progetti di efficientamento energetico per la riduzione delle emissioni di CO2 degli impianti sottoposti alla normativa, obiettivo quest’ultimo del sistema ETS.
La Direttiva comunitaria ha suddiviso l’EU-ETS in tre fasi: dopo un primo periodo pilota triennale di apprendimento (2005-2007), si è aperta una seconda fase (2008-2012), in cui l’Europa ha predisposto limiti più rigorosi per le quote di emissione. Nel 2013 è iniziata la terza fase che si protrarrà fino al 2020 e che presenta numerose novità in termini di applicazione, modalità di assegnazione e gestione delle quote e monitoraggio delle emissioni.
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Profilo EcoWay
EcoWay è il primo operatore italiano attivo nella gestione e nel trading della commodity CO₂.
Nata nel 2003, la Società opera nel settore del climate change e supporta le aziende nell’implementazione di strategie industriali e finanziarie e nella compliance delle emissioni di CO₂ attraverso servizi di consulenza, gestione e di carbon trading.
EcoWay risponde sia ai bisogni delle imprese che, su base volontaria, adottano politiche di gestione sostenibile delle emissioni prodotte, sia ai bisogni delle imprese obbligate a rispettare i limiti di emissioni di CO2 imposti dalla direttiva europea ETS, emanata in recepimento del Protocollo di Kyoto.
Il mercato ETS registra al 2012 circa 12.865 impianti industriali in Europa, di cui 1.119 in Italia, e oltre 300 compagnie aeree italiane ed internazionali; i numeri sono in aumento nel 2013, con l’ingresso in ETS di nuovi settori.
La Società vanta la maggiore quota di mercato in Italia, pari a circa il 30% delle società sottoposte a normativa ETS – complessivamente 350 impianti di produzione – e, per questo, consolida una conoscenza verticale di tutti i principali settori industriali, in particolare di quelli maggiormente energivori quali il termoelettrico, raffinazione, cemento, materiali ferrosi, vetro, carta e ceramica.
La Società offre alle aziende un servizio specialistico attraverso 2 divisioni tra loro indipendenti ma perfettamente integrate:
ü “Carbon Finance”, unità dedicata alla gestione finanziaria e consulenza strategica della commodity CO2, ovvero la divisione di EcoWay che risponde ai bisogni delle imprese incluse nel meccanismo compliance (ETS) attraverso servizi di gestione e trading dei certificati di emissione.
ü “Progetti Emission Free”, unità dedicata all’ottimizzazione dell’impatto ambientale delle aziende attraverso progetti di compensazione delle emissioni. È la divisione di EcoWay che risponde ai bisogni delle imprese che, su base volontaria, intraprendono percorsi e progetti di compensazione delle emissioni di CO2 (carbon offset).
[1] Il centro studi EcoWay si basa sui dati contenuti nel Registro Unico Europeo raccolti dal servizio Carbon Market Data, aggiornati al 21 Maggio 2013. La maggior parte delle analisi svolte sul mercato ETS non considera un importante fattore che influenza in particolar modo la lettura della situazione italiana. A fine 2012, infatti, si registrano in Italia 127 nuovi impianti (i cosiddetti “nuovi entranti”) i quali, essendo entrati in normativa ETS durante uno dei primi due cicli, non hanno beneficiato dei permessi ad emettere assegnati gratuitamente (riceveranno un rimborso nei prossimi anni). Le analisi del presente studio sono state proposte confrontando i dati assoluti con i dati esclusi gli impianti “nuovi entranti”. Questo permette di analizzare in modo più oggettivo il rapporto tra emissioni e permessi ad emettere effettivamente assegnati alle aziende, per quanto riguarda il mercato italiano. Lo studio non prende in considerazione i dati relativi al settore aviazione, entrato in normativa ETS nel 2012