IMU, IVA, Porcellum e i processi di Berlusconi – con eventuali condanne di quest’ultimo – nei prossimi mesi potrebbero, in un mix perfetto di crisi economica e disgregazione sociale, complicare la vita degli italiani.
Il prossimo primo luglio, come previsto nella legge di stabilità dello scorso anno varata dal governo Monti, l’aliquota dell’Iva aumenterà di un punto percentuale passando dal 21% al 22%. In un momento di difficoltà economiche com’è quello attuale, in cui la maggior parte degli italiani non arriva a fine mese col proprio stipendio, l’aumento dell’Iva rischierebbe di far crollare definitivamente i consumi penalizzando, peraltro, le imprese già in profonda crisi.
L’aumento dell’Iva inciderebbe in maniera pesante sui consumi, e quindi sul bilancio delle famiglie, soprattutto per quanto riguarda l’acquisto di beni di prima necessità quali prodotti alimentari, abbigliamento e calzature, senza dimenticare carburanti e riparazioni auto, un bene l’automobile, indispensabile in un paese carente di servizi di trasporto pubblico. Nella prassi con l‘aumento dell’Iva si registrerà un aumento dei prezzi con conseguente riduzione dei consumi.
Tuttavia tra le priorità del governo Letta, con la componente PDL in prima linea, le energie sembrerebbero concentrarsi sull’abolizione dell’IMU per la prima casa. Renato Brunetta nei giorni scorsi aveva minacciato sulla tenuta del governo qualora fosse stata messa in discussione la berlusconiana promessa fatta in campagna elettorale, ribadendo che “entro settembre la tassazione IMU sulla prima casa dovrà essere abolita”.
Ma i malumori in seno alla coalizione di governo per una forzata convivenza, “per il bene del Paese e degli italiani”, non mancano e giorno dopo giorno emergono prepotentemente. Dopo le “personali posizioni” del sen. Luigi Zanda sull’ineleggibilità del Cavaliere – che nei giorni scorsi avevano fatto insorgere il centrodestra – nella giornata odierna Stefano Fassina ha bocciato l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, proponendo di aumentare per quest’ultima la detrazione da 200 a 450euro. Fassina, viceministro dell’economia e delle finanze, ha così spiegato le ragioni della sua tesi: “per evitare l’aumento dell’IVA, previsto per luglio, basterebbe evitare di eliminare l’Imu per tutti i proprietari di prima casa, ricchi compresi. Se portassimo a 450 euro la detrazione, esenteremmo l’85% delle famiglie e risparmieremmo i due miliardi necessari per l’Iva”.
In pochi ormai credono alla promessa del governo Letta che interverrà per evitare l’aumento dell’Iva e la sola attesa dell’ennesimo aumento che inciderà sulle tasche dei cittadini non è certamente un toccasana per l’economia reale e per le imprese che soffrono a causa della mancanza di liquidità finanziaria.
Nel frattempo altre nubi si addensano sulla tenuta del governo dopo che la Corte di Cassazione avendo espresso dubbi sulla costituzionalità dell’attuale legge elettorale – per l’assenza di preferenze sulle schede elettorali nonché per le distorsioni causate all’esito elettorale per i premi di maggioranza che non rispecchierebbero il risultato reale del voto – ha inviato gli atti alla Corte Costituzionale che, probabilmente, tra sei o sette mesi deciderà sulla legittimità o meno del porcellum. La problematica era stata portata all’interesse della Corte di Cassazione tre anni fa dall’avvocato Aldo Bozzi che aveva fatto causa allo Stato per lesione del diritto di voto dovuto alla legge porcata di Calderoli.
Onde evitare di andare nuovamente alle elezioni con una legge elettorale in odore di incostituzionalità, le forze politiche dell’intero arco parlamentare, prima che si esprima la Corte Costituzionale, potrebbero discutere ed approvare una nuova legge elettorale. Il PDL con Fabrizio Cicchitto dichiara che dovrà trattarsi di una riforma condivisa, poiché l’approvazione di una legge elettorale mediante maggioranze variabili tendenti a mettere all’angolo il PDL porterebbe, “un minuto dopo”, alla caduta del governo Letta.
Cosa potevano aspettarsi di meglio gli italiani per quello che Angelino Alfano, riferendosi al governo Letta nato dall’intesa PD-PDL, ha definito come “un matrimonio d’interesse (“la cosa bella è che l’interesse non è quello degli sposi, delle parti, ma quello del Paese”)?
Un governo che, nato per far fronte alla crisi che sta stritolando il Paese, non vivrebbe della solidarietà delle forze politiche che lo compongono, bensì della comune volontà di realizzare il programma e la cui sorte, nonostante tutti lo neghino, sia legata ai processi e possibili condanne di Berlusconi.
Totò Castellana