“Il forte grido d’allarme dei sindaci dei comuni siciliani – contro i tagli previsti dalla finanziaria regionale che rischiano, in un momento di profonda crisi economica, di ripercuotersi sul welfare e sui servizi essenziali ed inderogabili ai cittadini – è la fotografia dei sessantasette anni di storia dell’autonomia speciale siciliana fin qui caratterizzata da occasioni mancate e appuntamenti sprecati.
Uno Statuto ancora per larghi tratti moderno che non ha trovato nel tempo attrazione nelle attività e nella larga autonomia di manovra legislativa di molti governi e di una classe politica non sempre rispondente alle reali esigenze di sviluppo economico e sociale della Sicilia e dei siciliani ed, in particolare, dei giovani.
L’assenza di uno sviluppo urbano armonico, di infrastrutture moderne e sicure e l’arretratezza dei sistemi produttivi impongono, invece, un forte collegamento della Regione siciliana con il Governo nazionale e l’Unione Europea al fine di coordinare le principali questioni iscritte nell’agenda politica regionale favorendo progetti a maggiore potenzialità di sviluppo in grado di sostenere le piccole e medie imprese e attrarre nuovi investimenti.
Al Governo regionale serve un più coerente e produttivo utilizzo dei fondi europei, a cominciare dalla riprogrammazione dei fondi strutturali del Programma Fesr 2007/2013, unitamente ad una forte accelerazione nella realizzazione di nuove infrastrutture (strade, porti e interporti) rimuovendo inconvenienti ed ostacoli alla crescita e alla sostenibilità economica imputabili essenzialmente a ritardi burocratici e scarsa programmazione venendo così incontro alle esigenze dei comuni siciliani”.
Lo afferma l’On. Salvatore Iacolino, Vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo.
Tale dialetto, pur facente parte della zona orientale siciliana, cambia ulteriolmente spostandosi nei vari comuni di tale territorio. Il dialetto siracusano non possiede una forte cadenza, ma ha comunque una sua precisa identità. Lo stesso viene citato come lingua franca nel mediterraneo ai tempi degli antichi greci ; cioè quando Siracusa, essendo una delle principali polis mediterranee, andava a commerciare con popoli stranieri e vi era necessità di trovare una “dialettica comune” per dialogare reciprocamente; questo fece si che il dialetto siracusano s’imponesse in quell’epoca. Ed a sua volta usò poi la lingua koinè , un dialetto greco comune che si usò nel mediterraneo fino in età romana .