“Gli ultimi recenti fatti di cronaca legati allo scandalo planetario dei paradisi fiscali offshore hanno confermato come l’evasione fiscale, le fughe di capitali e il riciclaggio di denaro – spesso collegati alle attività illecite della criminalità organizzata – siano un fenomeno globale che sottrae ogni anno alle finanze degli Stati risorse e capitali destinati al benessere dei cittadini, ai servizi, alla crescita ed al lavoro, specialmente nei confronti dei giovani.
Basti pensare che in Europa il fenomeno dell’evasione fiscale è stimato in oltre 1000 miliardi di euro l’anno (2 mila euro l’anno per ogni singolo cittadino) mentre le frodi sull’IVA ammontano a 107 miliardi annui.
Nel contesto di un’economia globalizzata e di fronte alle “debolezze” legislative di taluni Stati membri, l’Accordo di cooperazione fra cinque Stati dell’Unione Europea, fra cui l’Italia, rappresenta la scelta giusta per stanare i potenziali evasori e limitare la impenetrabile segretezza bancaria che caratterizza i “paradisi finanziari” rafforzando lo scambio automatico ed immediato di informazioni e la trasparenza”.
Lo afferma l’On. Salvatore Iacolino (PPE-Grande Sud), Relatore Permanente della Commissione Crim (criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio) e componente della Commissione per il Commercio Internazionale.
“E’necessario – continua Iacolino – che l’Unione Europea si doti di un quadro normativo armonizzato per contrastare con strumenti efficaci e sanzioni penali tali fenomeni consentendo la tracciabilità dei flussi finanziari e l’accesso alle informazioni, rafforzando la cooperazione tra Stati membri e la partecipazione responsabile delle banche, dei professionisti e degli intermediari finanziari.
L’ulteriore salto di qualità deve essere rappresentato dalla previsione di una cooperazione giudiziaria e di polizia tra UE e Paesi terzi con accordi commerciali che stabiliscano specifiche responsabilità nello scambio di informazioni in capo a banche, professionisti ed intermediari finanziari sulle “ricchezze” trasferite e/o custodite”.
“Risulta, infine, essenziale – conclude Iacolino – che la riscossione dei tributi sia affidata – a cominciare dalla Sicilia – a persone competenti ed indipendenti in grado di rafforzare lo spirito di cooperazione e di fiducia del contribuente”.