Porto Empedocle città decorata nel 2010 con la Medaglia d’Argento al Merito Civile, ricorda con una serie di manifestazioni organizzate dall’Ass. Cult. SicilStoria col patrocinio del Comune e dell’ARS, la seconda guerra mondiale in occasione del 70° del drammatico bombardamento americano delle vie Alloro e Vittoria dove a mezzogiorno del 5 aprile 1943 persero la vita 25 empedoclini dei 100 caduti in quegli anni.
Venerdì 5 aprile presso l’auditorium San Gerlando in piazza Chiesa Vecchia si svolgerà il convegno: “Dragamine RD 36, rotta verso la gloria” modererà i lavori il giornalista Calogero Conigliaro alla presenza del generale della guardia di finanza Ignazio Gibilaro, e della dottoressa Silvana Laganà che presenterà per l’occasione il suo libro:
“ Pietro Laganà, il finanziere che diventò un eroe”, presente il sindaco On. Calogero Firetto.
All’inizio del convegno saranno proiettate alcune interviste documentario su testimonianze della guerra nella città empedoclina.
Sabato 6 aprile, sarà un’altra giornata del ricordo con una Santa Messa celebrata in chiesa madre in suffragio delle vittime avute dalla città durante i tre anni di guerra che esposero particolarmente Porto Empedocle.
Poi si svolgerà un corteo che partendo dal piazza municipio arriverà a via Vittoria per concludersi al porto da dove motovedette della Guardia costiera e della Guardia di Finanza molleranno gli ormeggi con a bordo le autorità civili e militari per una cerimonia in mare in ricordo dell’RD 36.
Cenni storici
Porto Empedocle durante la seconda guerra mondiale era un’importante base militare per la marina italiana e successivamente anche tedesca, per tale ragione fu martoriata dall’aviazione angloamericana dal giugno 1940 al 16 luglio 1943 quando la città cadde nelle mani dei soldati americani della 3^ divisione di fanteria americana.
Tra le navi militari che erano state ormeggiate al porto durante la guerra vi erano anche l’RD 36 e l’RD 37, piccoli dragamine a vapore della Regia guardia di finanza, questa flottiglia era comandata dal tenente di vascello Giuseppe Di Bartolo del comando Regia marina della Torre di Carlo V.
Alla fine del 1942 questa flottiglia fu trasferita a Tripoli, dove il 20 gennaio 1943 il destino avrebbe riservato una fine eroica.
A causa dell’imminente arrivo della vittoriosa 8^ armata britannica la città di Tripoli fu evacuata dagli italo-tedeschi la sera del 19 gennaio. Un convoglio di navi tentò la fuga dal porto di Tripoli scortate dai dragamine della guardia di finanza RD 37 e 37. Alcune ore dopo però, al largo di Zuara, il convoglio navale fu intercettato da 3 cacciatorpediniere britanniche, navi molto più veloci ed armate di un piccolo dragamine. Fu in quegli istanti che il comandante Di Bartolo ordino all’RD 36 l’attacco suicida, in modo da dare il tempo ai mercantili carichi di soldati in fuga di avvicinarsi il più possibile alla terra ferma, permettendo il salvataggio di più vite umane possibili. La manovra riuscì perfettamente, le navi furono anch’esse affondate, ma vicino la costa e molti uomini poterono salvarsi. La storia dell’RD 36 divenne un mito confermato da una Medaglia d’Oro al Valor Militare all’unità e al comandante della flottiglia Giuseppe Di Bartolo.