Nonostante la soddisfazione espressa per la posizione assunta dal Governatore della Sicilia in favore dell’estensione della legge 20 a tutela delle vittime della mafia anche alle vittime antecedenti al 1961, non si può evitare di notare come ancora una volta la politica tenda a dividere aumentando il divario già esistente tra vittime di mafia che leggi inique hanno trasformato in categorie di serie A e di serie B.
Senza voler entrare nel merito di possibili forzature propagandistiche, il semplice fatto che il Governatore nel comunicare alla stampa l’intenzione di modificare la legge 20, abbia fatto riferimento ai familiari di una sola persona uccisa da vile mano mafiosa in data antecedente al 1961, ignorando tutte le altre vittime innocenti, finisce con lo sminuire il valore e il senso della meritoria iniziativa.
Dopo tutti questi anni durante i quali cercavamo verità e giustizia, ricevendo in cambio disinteresse da parte del mondo politico e omertosi silenzi, non può essere consentita nessuna forzatura propagandistica utilizzando il nome di chi ha pagato con la vita il proprio coraggio e tacendo i nomi dei tanti che non avendo alcun legame politico, né interessi in competizioni elettorali, vengono ancora una volta relegati al ruolo di vittime di serie B.
Quanti mossi da vero senso della Giustizia, si adoperino in maniera fattiva, risparmiandosi uscite che finirebbero solo per alimentare il sospetto di interessi di sola natura politica.
San Giovanni Gemini li, 28/01/2013 Giuseppe Ciminnisi