Agrigento – C’ è molta disinformazione sulla Sagra del Mandorlo in Fiore ed è tipico degli agrigentini, per natura disfattisti ed invidiosi pronti sempre a sputare su qualsiasi piatto loro non possano mettere le ganasce, criticare e distruggere!
La Sagra del Mandorlo in Fiore , con annesso Festival del folklore poteva avere successo quando ancora il mondo non era così rimpicciolito dai viaggi. Vedere quindi gente di altri continenti arrivare nel nostro piccolo paesello ci dava quel tocco di internazionalità sentendo parlare lingue sconosciute come qui lo stesso italiano.
Ma come è tipico della politica nostrana, subito si pensò a come far soldi con la scusa dell’incremento turistico. Il sorgere di aziende mangiasoldi come Asp, APIT, ASST etc hanno dimostrato come la chiusura del rubinetto dei lavori pubblici avesse indirizzato interessi poco limpidi verso lo spettacolo e gli eventi.
In Italia sono circa 200 i raduni di gruppi folk internazionali e quindi a nessuno importa che ad Agrigento arrivino gruppi da fuori.
La colpa va data a precedenti edizioni, quelle per le quali si spendevano miliardi di lire, organizzate da topi di segreteria che poi con le fatture gonfiate elargivano le tangenti sia ai loro capi che ai loro stessi amici. Tutto era pesantemente gonfiato. Bastava una piccola apparizione in una trasmissione domenicale, un nome che presentasse ed ecco che per gli agrigentini la Sagra era riuscita bene.
Una manifestazione dove si spendono miliardi è riuscita bene sono se come riscontro ha almeno il doppio di incassi sull’indotto e cioè alberghi, ristoranti e visite alla città. Sperare che qualche gruppo straniero attragga il turista in questa città che sembra Beirut dopo l’ultima guerra, mi pare un paradosso figlio dell’ignoranza. Bisogna costruire un tavolo di veri professionisti del settore, dal marketing alla comunicazione, dagli esperti del settore spettacolo alla manovalanza essenziale lasciando fuori la politica locale che vive solo per accontentare gli altri.
La rovina della Sagra è stato il nascere delle migliaia di manifestazioni collaterali ed inutili che servivano a fare stare zitti i parenti e gli amici dei politici. Gente impiegata con tanto di stipendio che deve ogni anno arrotondare sotto le mentite spoglie del no profit. Ho lavorato ad almeno 25 edizioni della Sagra e sempre c’è stata l’imposizione politica di gente inutile, senza arte nè parte che devono obbligatoriamente far parte dell’organizzazione della festa.
Ho visto guerre e liti a livello organizzativo sol perchè qui si crede che basti avere ballato in un gruppo folkloristico per sentirsi organizzatori e criticare poi chi lavora.
Qui tutti sono organizzatori, registi, produttori, qui tutti “sunnu i megliu di tutti” e chiunque altro fa schifo ed è incapace. Se non togliamo dal nostro DNA questo carattere intriso di presunzione ed arroganza, se non ci forniamo di umiltà e decenza non faremo mai niente di buono.
I conti: Quest’anno, nonostante qualcuno già mi avesse escluso dalla sagra ( e parliamo di qualcuno che non ha i miei titoli, ma qui si può tutto) il sottoscritto con la sua associazione ha emesso una fattura di € 1.750,00 oltre IVA per 12 giorni lavorativi per 7 persone ! Vuol dire 20 euro lorde al giorno . Mi dispiace per la Sagra, ma noto che gli agrigentini amano i riflettori spenti .
Il problema sull’allarmismo: le due grandi fazioni “sagriste”
Il comune non ha i fondi (si trovano però 30.000 euro per una festa pagana) quindi nessuno di tutti gli pseudo imprenditori agrigentini bravi a sciorinare idee con i soldi degli altri si fa avanti, perchè nessuno vuol rischiare. E Allora che succede? I soliti 4 furbi che magari hanno già le mani in ‘pasta e qualche struttura si precipitano a presentare proposte con riserva. Nel frattempo Palermo o qualche altro ente eroga i contributi ed ecco che un’unica ditta si aggiudica la Sagra.
Allora amici miei e cari lettori, ci vogliamo prendere in giro o cominciamo a fare le cose in maniera onesta e pulita ad Agrigento? Buona Agrigento a tutti!
Gio Di Falco
Sig.ra Pace, se una manifestazione viene organizzata 20 giorni prima è normale che poi ci si debba accontentare di cio’ che la piazza ci offre ergo gruppi scadenti ed organizzazione penosa! I gruppi vanno invitati almeno 8 mesi prima, selezionarli,prendere appuntamenti ed accordi! Cosi’ è per l’organizzazione generale spesso affidata all’amico del politico di turno! non è un problema solo di Sagra ma di mentalità contorta degli agrigentini! Siamo noi a non far funzionare le cose