Dice che arriva la fine del mondo, dice che dobbiamo preoccuparci. Dice chi?
Il palermitano ha sempre un qualcuno terzo che ha affermato una verità. Noi quando dobbiamo dare per vera una affermazione non citiamo fonti, non scomodiamo poeti e dotte citazioni forbite. Basta dire “Dice”.Dice che arriva l’apocalisse, con un meteorite, o un vulcano, o un vulcano attuppato (tappato) da un meteorite che gli precipita dentro.
Insomma Dice che ne abbiamo per poco e dobbiamo pensare come impiegare bene il resto del tempo prima che la buccia, o la pelle come volete chiamarla, vada cotta alla griglia col leggero filo di carboncino.
Siamo tutti a esorcizzare, a sdrammatizzare, non possiamo fare a meno però di cogliere strani presagi, il cielo più plumbeo del solito, nostra moglie che ci guarda innamorata invece di guardarci torvo come fa sempre, oppure il vicino che non fa storie per pagare le spese condominiali. Tutti tragici elementi di una realtà alterata. Qualcosa non quadra.
E dove potevasi cogliere il primo elemento di profezia degno di questo nome? In una città dove le leggende metropolitane vengono trattate come semplici barzellette. Dove una pantera si dice che giri indisturbata e viene classificata come “atta nivura” ovvero gatta nera, dove non si sa cosa davvero sia successo, ma a quanto pare una donna vestita di bianco si aggirerebbe come un fantasma nottetempo per i corridoi del Palazzo di giustizia e viene derubricata come “amante clandestina”, dove da anni ci si ostina a dire che c’è la mafia ma il silenzio per qualcuno equivale a pericolo scampato tanto che si smantellano le sezioni di polizia che hanno arrestato fior di latitanti, perchè non servono più e sono costose, contrariamente alla classe politica locale che agisce all’insegna della morigeratezza e della umiltà (per gli inesperti è ironia..). Palermo.
I Maya hanno deciso forse che Palermo fosse luogo di affidabile misticismo.
Un piccolo meteorite, simile a una rosetta bruciata, oppure a un ricordino lasciato per strada da pitbull portato a spasso da proprietario di Suv, quest’ultimo paragone sperimentato empiricamente dal sottoscritto che mentre pestava il souvenir appena sfornato dal cane, vedeva la bestiola e il relativo padrone imbarcarsi sull’ammiraglia di casa. Poi dice che uno fa scattare i luoghi comuni.
Ora qui bisogna aprire una parentesi. Un giornale locale riporta tale espressione: “una bimba ha visto precipitare qualcosa dal cielo la notte prima, calcolata prontamente la distanza e le coordinate di caduta, il giorno dopo si recava sul posto dove presumeva si trovasse l’oggetto e vi trovava un sasso fumante”.
Prima considerazione: meno male, cara bambina che dalle tue parti non abita il pitbull suddetto, se no altro che sasso, pertinente da usare, sarebbe stato solo l’aggettivo “fumante”.
Seconda argomentazione: la bambina ha nozioni di astrofisica e di calcolo goniometrico, oltre che prontezza matematica, capace di calcolare immediatamente le coordinate, memorizzarle, andare a dormire e trovare esattamente il punto il giorno dopo.
Un applauso, a chi ha descritto una innocente fanciulla che ha trovato un presunto meteorite, come una scopritrice di bosoni destinata alla copertina del Times.
Al di là dello scherzo a un soffio dalla fine del mondo, un pezzo di meteorite è precipitato tra le mura panormite.
Siamo onorati dell’annunciazione come cittadini e nativi. Adesso le strade sono molteplici, o il meteorite era figlio unico di madre vedova e non ha conseguenze, allora possiamo rilassare gli sfinteri e continuare a vivere questa vita che per quanto non bellissima, vorremmo rovinarcela giorno per giorno da soli, da bravi masochisti e senza interventi esterni.
Oppure il sassetto era un parente piccolo del grosso di famiglia che ci sta venendo a fare visita, in quel caso basta dare una occhiata ai mercati e alle borse domani mattina. I detentori del potere economico sono i primi a sapere come vanno le cose.
Se, come tutti auspichiamo, stiamo ancora con la scorza addosso e la pelle a posto, rimane da fare un gesto che a Palermo viene compiuto tutte le volte in cui qualcuno la spara davvero grossa.
Gli si prende il gomito o la spalla, li si spinge indietro con forza esclamando “ma va scassaci la minchia!!”, palermitanismo di: “raccontala a qualcun altro”.
Considerati gli autori della castroneria, si potrebbe trasformare comodamente l’espressione, conservando la gestualità.
“Mayascassaci la minchia!”.
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