Casteltermini (Agrigento) – Gli effetti della crisi si fanno sempre più pesanti ed a pagarne le conseguenze, come in un perverso effetto a cascata sono imprese, lavoratori e rispettive famiglie. Siamo nel bel mezzo di una crisi economico-sociale che rischia di degenerare se la politica non saprà trovare adeguati rimedi e soluzioni per una necessaria ripresa economica. Crisi che, a sentire le imprese, sarebbe acuita dai ritardi dei trasferimenti regionali alle stesse e agli altri enti con cui intessono rapporti economici offrendo dei servizi di interesse pubblico. Inoltre, il sistema creditizio che era stato fortemente aiutato dalla BCE con l’apporto di decine di miliardi di euro, parrebbe che non voglia o non possa elargire credito alle imprese anche a fronte di vantati crediti per servizi già resi ad enti pubblici quali comuni e regione.
Da martedì 13 novembre i dipendenti della “Autolinee V. Cuffaro & C. srl” erano in assemblea permanente. L’ultimo stipendio percepito è quello relativo al mese di giugno, quattro le mensilità che rimangono da percepire oltre alla quattordicesima. Danari necessari per vivere dignitosamente. Dopo mesi di attesa i dipendenti della “V. Cuffaro” hanno voluto far sentire il loro grido disperato a tutte quelle istituzioni, finora, sorde alle sofferenze delle tante famiglie coinvolte. “La nostra non vuole essere una battaglia contro l’azienda – hanno precisato gli undici dipendenti – che patisce i nostri stessi problemi per il mancato pagamento delle spettanze regionali”. Nei giorni scorsi l’amministratore unico Massimo Martorana aveva manifestato solidarietà ai propri dipendenti in questo difficile momento.
Dalla “V. Cuffaro srl” fanno sapere che l’assessorato regionale competente non avrebbe ancora erogato i contributi spettanti alle autolinee che hanno un contratto con la Regione Siciliana per espletare il trasporto pubblico locale. Da qui sarebbero sorte le difficoltà economiche dell’azienda.
In generale come per tutte le aziende, per il rispetto del patto di stabilità, è stato dato solamente il corrispettivo relativo al contratto di trasporto pubblico fino al 30 aprile 2012 – informano dall’ Assessorato regionale competente. A quanto pare in Regione da qualche giorno si starebbe procedendo col pagamento delle somme a saldo dovute per il II trimestre, nel caso specifico dal 1° maggio al 30 giugno.
Antonio Natale, direttore dell’ANAV Sicilia (Associazione Naz. Autotrasporto Viaggiatori), ha manifestato vicinanza e solidarietà ai dipendenti e alla “V. Cuffaro di Castetermini” aggiungendo che “dalla Regione sarebbero sul punto di erogare il saldo del II trimestre ma ancora le aziende non hanno visto 1 €. Le aziende finora hanno ricevuto il corrispettivo sino ad aprile quando, invece, avrebbero dovuto già ricevere sino a tutto il mese di dicembre 2012. E non solo, riceveranno quanto gli spetta in ritardo e decurtato del 20%”.
Dall’Assessorato Bilancio e Finanze, a cui è stato chiesto come procederanno per l’erogazione del corrispettivo dovuto alle aziende del settore per i mesi successivi a giugno, è stato risposto che previsioni non se ne possono fare, ma probabilmente la restante parte sarà erogata il prossimo anno.
Una situazione esplosiva, dunque, se si tiene conto che la Regione dovrebbe pagare per ciascun trimestre anticipatamente la contribuzione dovuta e, invece, a novembre inoltrato starebbe predisponendo l’iter per liquidare il saldo del II trimestre. Inoltre, da uno studio risulterebbe che la Regione Sicilia eroga alle aziende con cui ha un contratto per espletare il trasporto pubblico locale
il corrispettivo più basso d’Italia pari a 0,90euro per km. e senza nessun adeguamento per i costi del carburante che negli ultimi anni sono aumentati incredibilmente.
Giuseppina Cuffaro, uno dei soci della “V. Cuffaro” di Casteltermini, ha sottolineato che i ritardi da parte della Regione, unitamente ad una temuta riduzione del 20% di quanto spettante alle aziende del settore, penalizza fortemente in primis le aziende, che devono comunque far fronte col proprio capitale ai costi fissi, e di conseguenza l’utenza, i dipendenti e le loro famiglie. “In questi giorni chiaramente – ha concluso la Cuffaro – ci stiamo trovando in grave difficoltà ”. Come in difficoltà si sono trovati quanti nei comuni di Casteltermini, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani e Comitini serviti dalla “V. Cuffaro” non hanno potuto fruire del servizio trasporto.
Il sindacalista Raffaele Campione della CGIL, pur riconoscendo tutte le difficoltà del settore spesso imputabili ai ritardi dei trasferimenti regionali, ha tenuto a precisare che la situazione della “V. Cuffaro” con diverse mensilità arretrate spettanti ai propri dipendenti risulta di fatto peggiore rispetto a quella delle altre ditte che in provincia curano il trasporto pubblico viaggiatori.
Quanto accaduto alla “V. Cuffaro srl” è sintomatico di una grave situazione economico-finanziaria che sta interessando la Sicilia, che unitamente alla difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese connesso ai ritardi dei trasferimenti regionali e al rispetto del patto di stabilità, rischia – coinvolgendo nel breve periodo molte altre aziende del settore – di sfociare, qualora la situazione attuale perduri, in una profonda crisi sociale.
Oggi, nonostante i dipendenti della V. Cuffaro non abbiano percepito gli stipendi arretrati, sono tornanti al lavoro per evitare di incorrere in un’accusa di interruzione di pubblico servizio.
Totò Castellana
L’ennesimo caso di difficoltà finanziaria di una impresa, segnalato da questo articolo, evidenzia come la crisi europea del debito pubblico abbia stravolto i ruoli degli attori economici.
I lavoratori, da prestatori di forza lavoro si sono mutati (a loro insaputa?) in prestatori di ultima istanza sostituendosi sia al sistema bancario, sia al capitale di rischio dell’imprenditore.
Non valgono più le nozioni teoriche di impresa, imprenditore e banca, così come le abbiamo conosciute dal XIII secolo in poi.
Alla classe lavoratrice in genere, l’attuale <> assegna il compito, oltre a quello naturale di prestare la propria opera a favore dell’imprenditore, di farsi carico anche dei deficit di liquidità dell’impresa.
Occorre quindi una seria riflessione su questo <>.
Le enormi dosi di liquidità che la BCE ha iniettato nel sistema bancario, sono state giustificate dalla rilevanza sistemica degli istituti di credito: senza la finanza, i capitali non possono allocarsi con efficienza. E’ sempre vero? E ove questo non accada, qual’è il ruolo dello Stato?
Alle difficoltà incontrate dall’imprenditore nell’ottenere ulteriore credito dal sistema bancario, si associano i vincoli di spesa che impongono precise scelte di politica economica da parte dell’attore pubblico.
La sopravvivenza dei servizi di pubblica utilità ed il mantenimento dei livelli occupazionali in tempo di crisi, non dovrebbe essere uno dei punti cardini dell’azione pubblica?
Esistono altri modi per praticare l’austeritità. Senza domanda, esisterebbe l’offerta?
Chissà cosa penserebbe Marx della solidarietà offerta dai lavoratori al principale che non paga i salari?
La solidarietà <> dalle famiglie dei lavoratori all’impresa è qualcosa di cui dobbiamo prendere atto per evitare ogni inutile polemica.
I lavoratori hanno inteso sottolineare che l’azienda ha fatto tutto il possibile per evitare questa triste storia. E che l’imprenditore superata questa frase di crisi, speriamo nel più breve tempo possibile, riconoscerà (anche economicamente) i giusti meriti alla propria forza lavoro.
Dunque, la palla passa nel campo della politica e delle forze politiche.
Riportare ad ognuno le proprie naturali responsabilità: allo Stato la responsabilità di incassare – erogare – controllare, all’impresa la responsabilità di rischiare il proprio capitale e produrre, ai lavoratori quella di prestare la loro opera con impegno e serietà.
Per ora, ci accontentiamo della serietà e dell’impegno dei lavoratori. Putroppo.
Alfonso Albano