Nella “vicenda rifiuti” sembrano avere tutti ragione: ha ragione la Ditta Catanzaro che non vede pagare le sue fatture dalla GESA; hanno ragione le Ditte che non vedono pagate le proprie fatture da GESA; ha ragione la GESA che vanta crediti da Comuni e Utenti; hanno ragione i Comuni che hanno visto ridursi i trasferimenti di Stato e Regione e sono ai confini del default ed hanno – soprattutto – ragione i Lavoratori che non percepiscono le mensilità ed i Cittadini/Utenti che vedono accatastarsi le montagne di rifiuti e crescere i rischi per la salute pubblica.
In questo eterno bailamme che si trascina irrisolto da anni, occorre che, una volta per tutte, il Governo Regionale scriva la parola “fine”, decidendo di attuare le leggi di cui pure si è dotata per governare il pianeta rifiuti.
Ma da qui ad allora occorre che, con immediatezza, i Sindaci e/o la Prefettura e, occorrendo, l’Assessore Regionale alla Salute o il Ministro della Salute, attraverso un’ordinanza contingibile ed urgente, facciano riaprire la discarica di Siculiana.
Qui non è in discussione il diritto dei F.lli Catanzaro a riavere i propri soldi, ma è in gioco un diritto costituzionale più rilevante che è quello alla salute dei Cittadini.
Allora, nel mentre si definisca il modo per azzerare il debito con i gestori della discarica le pubbliche autorità debbono trovare un sistema per uscire da questo autentico ricatto, reso possibile solo dal fatto che, a differenza dell’ATO AG.1, le strutture pubbliche di questa parte di provincia non hanno la gestione di strutture proprie.
Questa paradossale situazione deve trovare una soluzione e la deve trovare in fretta, accertando anche eventuali responsabilità penali.
Non può, infatti, essere “colpa di nessuno” se gli ATO sono diventati “carrozzoni”; se non si procede alla differenziata secondo la “tabella di marcia” definita dalle Leggi; se non si rispettano dettati contrattuali e di Legge.
Occorre ristabilire il valore e la forza della Legge e dello Stato e se non è consentito ai Lavoratori di “interrompere un pubblico servizio” non può essere consentito al privato, sia pure a difesa di interessi legittimi, di poter operare analoga interruzione senza pagare pegno!
Massimo RASO
Per una sospensione momentanea di lavori intrapresi all’interno della discarica del Comune di Siculiana ove i gli attuali gestori avevano intrapreso degli sbancamenti senza concordare con il Comune, titolare della discarica, il posizionamento della nuova vasca nel rispetto delle leggi in materia di lavori pubblici, i dipendenti comunali intervenuti sono stati denunciati per aver interrotto un pubblico servizio, cosa che non risultava a vero in quanto si trattava di nuove opere e non la gestione. Per il semplice fatto di avere avuto il coraggio di affrontare un tale mostro “RIFIUTI” hanno patito la gogna mediatica e giudiziaria che li ha fatti diventare mafiosi e non persone, che come asserito nelle sentenze di assoluzioni “perché i fatti non sussistono” difendevano gli interessi diffusi di una comunità. Mentre chi ci governa sta a guardare non avendo il minimo rispetto per i cittadini che pagano le tasse.