La Polizia greca sta cercando Costas Vaxevanis, il giornalista greco che ha pubblicato la lista con i nomi di 1.991 persone che hanno depositato 1,95 miliardi dollari in una succursale della banca HSBC di Ginevra, in Svizzera.
A ordinare l’arresto del giornalista investigativo che è anche editore della rivista ‘Hot-Doc’, che ha pubblicato la lista di nomi, il procuratore capo su richiesta del pubblico ministero, con l’accusa di aver violato le leggi greche sul rilascio di dati privati.
Una violazione dell’ordinamento giuridico che va ‘giustamente’ punita, anche in considerazione del fatto che non è illegale per i greci l’avere conti in un altro paese a condizione che siano dichiarati e le tasse vengano pagate.
Peccato che tanta solerzia da parte della magistratura greca sia stata rivolta nei confronti del solo giornalista e non nei riguardi di tanti che, allarmati dal fatto che fossero stati resi noti i propri depositi all’estero, si sono affrettati a chiudere immediatamente i conti facendo perdere le tracce del denaro.
Forse una maggiore attenzione ai depositi bancari, confrontati con il reddito dei titolari dei conti, avrebbe potuto portare a sorprese – evidentemente non desiderate – e al recupero di somme frutto di attività non proprio lecite.
Ma in Grecia – così come in Italia – le leggi da far rispettare in maniera ferrea e con una certa celerità, forse sono solo quelle che non vanno a impoverire le tasche di quei tanti politici e imprenditori che hanno diritto a continuare a derubare il popolo affamato.
Gjm