Si è conclusa definitivamente in data 11 ottobre 2012 la vicenda giudiziaria relativa al depuratore del villaggio Peruzzo. La II^ Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione ha sancito in modo inequivocabile la insussistenza delle accuse mosse a vario titolo nell’arco di ben 15 anni nei confronti degli Ingg. Vincenzo Rizzo e Giovanbattista Platamone ed ha riconosciuto legittimo il risarcimento agli stessi da parte delle associazioni ambientaliste. E’ stato, infatti, rigettato in toto il ricorso portato avanti, sotto il solo aspetto civilistico per presunti danni ambientali, da Giuseppe Arnone per conto delle associazioni ambientaliste Legambiente e WWW, contro la sentenza di assoluzione con formula piena emessa già dalla II^ Sezione Penale del Tribunale di Palermo il 27 aprile 2011, alla quale la stessa Procura Generale, pur compulsata con aberrazione dallo stesso Arnone, non aveva presentato opposizione. Dopo quindici anni si dissolve quindi del tutto il castello di mistificazioni ed aggressioni portate avanti con tutti i mezzi ed in tutti i modi da Giuseppe Arnone, su cui peseranno ora le responsabilità individuali per i danni morali e materiali arrecati ai due professionisti, nonché la responsabilità politica per avere impedito il completamento di un depuratore, da sempre riconosciuto valido e conforme alle norme dai numerosi organi che lo avevano esaminato. Alla città di Agrigento rimane il danno incommensurabile per la mancata realizzazione di un’opera che avrebbe risolto già da tempo i problemi dell’inquinamento del mare di San Leone, con l’aggravante della perdita di risorse finanziarie residue, di ulteriori finanziamenti già concessi e dello spreco di tutto il denaro pubblico già impegnato nelle opere realizzate, oggi incompiute. Agrigento lì 12.10.12
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