A dare notizia del nuovo procedimento a carico di Giuseppe Arnone, che vede coinvolta in quanto indagata anche la moglie, il medico Silvana Tumminelli, 51 anni, è il giornale online Grandangolo, che narra di come i due coniugi abbiano già ricevuto avviso a comparire e contestuale informazione di garanzia a firma del Pm, Matteo Delpini con la seguente contestazione: ”perché in concorso tra loro, Silvana Tumminelli nell’esercizio della professione sanitaria, Giuseppe Arnone quale soggetto istigatore, formavano certificato medico ideologicamente falso in quanto attestante la inesistente patologia di gastroenterite acuta con prescrizione di giorni due di cura e riposo a carico di Arnone Giuseppe e attestante altresì che il paziente non era in condizione di viaggiare”. Il procedimento (Avviso di garanzia Tumminelli Arnone) riguarda la certificazione medica depositata da Arnone imputato in un processo penale che è servita per ottenere un rinvio. Ma lo stesso Arnone circolava liberamente e senza problema lo stesso giorno del deposito del certificato, in Tribunale ad Agrigento.
La seconda vicenda, quella che vede Giuseppe Arnone, indagato con l’ipotesi accusatoria di corruzione in atti giudiziari, sottoposto a perquisizione su ordine della magistratura inquirente, è relativa ad una mail contenente le domande che lunedì mattina sarebbero state poste a Maria Grazia Di Marco, sua principale ed unica teste d’accusa in un processo per tentata estorsione e lesioni personali aggravate.
Arnone, ha inoltre ammesso di aver promesso del denaro in prestito da consegnare a Maria Grazia Di Marco, sua principale ed unica teste d’accusa nel processo che andrà a sentenza lunedì prossimo.
“Il processo in cui è imputato Arnone – si legge nell’articolo pubblicato da Grandangolo – è stato originato proprio da Maria Grazia Di Marco dapprima con una querela presentata ai carabinieri e poi ritirata, poi confermando tutte le accuse davanti ai Pm della Procura della Repubblica, infine confermando ancora tutto e rincarando la dose con tanto di costituzione di parte civile poi ritirata, lo scorso 11 luglio davanti al Gup che sta celebrando il processo, Stefano Zammuto. Sulle accuse contestate ad Arnone sino ad oggi non c’è stato alcun passo indietro da parte della Di Marco. Anzi, sono state reiterate.
Per Arnone, lo scopriamo oggi, è normale che l’imputato di un grave procedimento, contatti, dapprima con la mediazione di amici comuni (il dottor Salvo Castellano) e poi concordi direttamente come, avvenuto stanotte, con la teste chiave e parte offesa del processo che lo vede imputato, ossia Maria Grazia De Marco. E’ anche normale per lui che prometta soldi (a tutto concedere, anche in prestito) a ventiquattro ore dall’udienza che segnerà la fine del processo a suo carico con l’emissione della sentenza.”
Vuoi vedere che senza la carica istituzionale e senza la protezione del PD e di legambiente si scopre che Beppe Arnone altro non è che che un signor nessuno, forse, (lo diranno i magistrati) pronto per salvarsi dalla galera a sovvertire le regole del gioco a corrompere testimoni a produrre false certificazioni.
Non capisco il fatto del denaro,egli promette alla Di Marco quale compenso soldi in prestito, forse senza interessi?
Notevole comunque che l’avvocato ecologista, che presta soldi ai bisognosi, sia così benestante da avere oltre alle rendite delle molteplici attività sue e della moglie,una bella villa al mare, la casa e lo studio in città. E’ facile essere ambientalisti di grido quando si è ricchi e si ha la pancia e le tasche piene. A questo signore non riesco proprio a perdonare la sua cattiveria nei confronti degli avversari e la sua incredibile arroganza. A proposito Pur senza la tessera del PD Arnone continua ad essere dirigente nazionale del gruppo degli ecologisti democratici del PD. ma è fuori o è dentro?
gianiiiiiiii l’ottimismo è ale della vita!
Credo che qualcosa cominci a scricchiolare sotto i piedi del: salvator senza macchia,somelier,paladin,giustizier,ambientalist,accusator,e chi più ne ha più ne metta avvocat sospes dell’ordine!