I modi di dire, per loro natura, sono retorici. Però a volte nulla più di un motto riesce ad inquadrare determinate situazioni. Come, ad esempio, descrivere l’attuale politica attuata dal sindaco di Agrigento Zambuto se non con un tradizionale: “Calati juncu ca passa la china?”. La trasformazione da il “Marcuzzu” del periodo elettorale al freddo Zambuto di questi mesi non è tanto segno d’insensibilità, quanto l’unico modo attualmente per lui di sopravvivere alla situazione in cui si trova la città. I viaggi presso i luoghi di culto non hanno funzionato, e quindi che fare? Come tirare avanti fino alle prossime elezioni nazionali? Con il sistema del giunco: flettersi. Evitare ogni ostacolo, dribblare opposizione e stampa e attendere che i tempi si facciano migliori. Un Don Abbondio de noiarti, che schiva ogni pietruzza sul suo cammino.
Da Aula “Sollano” non giungono di certo preoccupazioni: la maggioranza è ampia e destinata probabilmente anche ad allargarsi. Al massimo ci si limita, di tanto in tanto, a qualche interrogazione un pochino più piccante, a qualche intervista a reti unificate in cui si dice che quella data cosa (senza mai dire cosa) va in un modo rispetto ad un altro. O se capita che qualcuno denunci fatti gravi – lo ha fatto ad esempio il comandate della Polizia Locale Cosimo Antonica con una lettera resa pubblica da Giuseppe Di Rosa, Pdl-, basta eclissarsi per un paio di giorni e far finta di nulla. Identico atteggiamento nei confronti della stampa anche perché si sono drasticamente ridotte tutte le iniziative pubbliche non essenziali. Ma non solo. Si è provveduto anche ad una blindatura degli uffici così da evitare ogni spiffero molesto e garantire un’operazione di filtro su tutto quello che esce dal Comune.
Assottigliata, e non poco, l’operatività degli assessori. Non ci sono fondi, non c’è programmazione politica e quindi tutto è delegato ai dirigenti, i quali, per giunta, si trovano a volte a dover recuperare qualche strafalcione. Come diceva il grande De Filippo in una sua opera: “E’ cosa e niente”. E a forza di ripeterlo tutti si stanno abituando a questo strano clima di silenzio. E così al dibattito pubblico, che ormai trova come sua unica dimensione quella – castrante per la democrazia- di Facebook, si concentra su vicende secondarie, come la pulizia delle strade e l’attenzione stagionale per la qualità dell’acqua del mare, (importanti sì, ma meno di altre), e si fa finta di non guardare la luna: la situazione disastrata delle casse dell’Ente, l’impossibilità di garantire servizi minimi, il nuovo abbandono del centro storico, le tante cose “non chiare” per voler usare un’eufemismo. Una grande cortina fumogena insomma, ci impedisce di raccogliere i tanto decantati “frutti” che un Marco Zambuto sorridente annunciava in uno dei suoi spot elettorali. Come si supera tutto? Semplice: calati juncu e, ci permetterete di modificare il proverbio, aspetta le elezioni.
Gioacchino Schicchi
Ogni giorno che passa così è un giorno in meno per la data delle elezioni nazionali.
Chiamasi stroncatura devastante. Ma se la merita tutta.
Gli ‘spifferi’ sono dannosi per la salute. Povero sindaco gli volete fare prendere un raffreddore?