Il Governo con la Spending Review intende abbattere drasticamente i rimborsi per le prestazioni dei Laboratori di Analisi Cliniche Convenzionati portandoli al di sotto dei costi di produzione. L’abbattimento di tali rimborsi metterà in crisi 3.000 laboratori privati accreditati e renderà improduttivi i laboratori ospedalieri: per i cittadini sarà la fine della libera scelta del luogo di cura.
ANISAP, Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private, chiede urgentemente al Governo di avviare un tavolo di confronto per individuare soluzioni alternative a saldi invariati salvando l’assistenza ai cittadini, l’occupazione di 50.000 addetti e il patrimonio specialistico e tecnologico della Sanità Privata Accreditata.
Roma, 30 luglio 2012 – Un miliardo di prestazioni ogni anno, 3.000 strutture sanitarie sul territorio, oltre 50.000 operatori specializzati: è il patrimonio specialistico, strumentale e professionale della rete di Laboratori di Analisi Cliniche Convenzionati, che rischia di essere mandato in fumo dai tagli imposti dal Decreto 95, meglio noto come Spending Review.
Il drastico abbattimento dei rimborsi per le prestazioni di analisi cliniche e diagnostiche renderà improduttivi i laboratori ospedalieri, e, tra gli accreditati, quelli che non chiuderanno saranno costretti ad abbandonare la convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
“La Sanità Privata Accreditata è un patrimonio italiano, soprattutto per i malati e per quanti hanno difficoltà economiche” – dichiara Vincenzo Panarella, Presidente ANISAP, Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private – “un patrimonio che va salvato per tutelare la libera scelta del luogo di cura e per evitare ai cittadini, che necessitano di servizi territoriali capillari, di dover affrontare inutili ‘calvari’ per ottenere le prestazioni di cui hanno bisogno”.
La riduzione dei servizi dei laboratori di analisi ospedalieri e territoriali farà venire meno il diritto costituzionale di ogni cittadino di scegliere la struttura sanitaria presso la quale farsi curare, compromettendo il diritto universale alla salute.
“I pazienti oncologici, ad esempio” – aggiunge Giancarlo Sforza, Presidente ANISAP Lazio – “non potranno eseguire agevolmente l’esame per valutare gli elementi del sangue (emocromo) indispensabile per la chemioterapia, o le donne in gravidanza dovranno sopportare i disagi di lunghe file; i soggetti economicamente fragili rinunceranno a curarsi”.
Mettere in crisi la Sanità Privata Accreditata sarebbe un errore anche a livello economico: la rete dei Laboratori di Analisi Cliniche è alla base del 70% delle diagnosi; depotenziarla ritarderebbe diagnosi e cure comportando ricadute sociali gravissime e notevoli aumenti della spesa socio-sanitaria.
“I risparmi che si propone il Governo si realizzano con l’abolizione di prestazioni inutili e non con la chiusura dei servizi” – spiega Panarella – “in tempi brevi è possibile studiare soluzioni alternative a saldi invariati, con il contributo di Professionisti e Società Scientifiche. ANISAP è pronta a collaborare alla individuazione di soluzioni razionali, eque ed efficaci, incontrando gli Organi Competenti per avviare un tavolo di confronto. La chiusura dei Laboratori di Analisi Cliniche Convenzionati sul territorio nazionale va scongiurata per garantire il diritto alla salute dei cittadini e il diritto alla libera scelta dei servizi sanitari così come previsti dal Patto della Salute”.