Produzione Teatro della Cooperativa
Lettura drammatizzata tratta dallo spettacolo
E’ VIETATO DIGIUNARE IN SPIAGGIA
Ritratto di Danilo Dolci
Comunicato stampa
Oggetto: “E’ vietato digiunare in spiaggia”: a Santo Stefano di Quisquina si ricorda la figura di Danilo Dolci
Sabato prossimo, 28 luglio, con inizio alle ore 20 presso il Teatro Andromeda di Contrada Rocca, a Santo Stefano di Quisquina (AG) è in programma un evento culturale dal titolo “E’ vietato digiunare in spiaggia” – ritratto di Danilo Dolci. La manifestazione è interamente dedicata alla figura del noto sociologo che ha speso la propria esistenza nel tentativo di attuare una rivoluzione culturale e non-violenta nella Sicilia degli anni ’50. L’iniziativa è curata dal Centro Editoriale e Culturale Pier Paolo Pasolini di Agrigento, presieduto da Maurizio Masone, con la direzione artistica del giornalista e autore RAI Giovanni Taglialavoro.
Il testo “È vietato digiunare in spiaggia” è rielaborato da Renato Sarti e Domenico Pugliares sotto forma di lettura al pubblico mediante una recitazione semplificata degli stessi attori, unici presenti sulla scena. Il testo tratta soprattutto del famoso processo che subì per aver organizzato lo sciopero alla rovescia il 2 febbraio 1956. Rifacendosi all’art.4 della Costituzione, per protestare contro la disoccupazione e la miseria, invece di incrociare le braccia o assaltare sedi padronali o istituzionali, i manifestanti agirono in modo assolutamente pacifico, sistemando una vecchia strada impraticabile. L’azione nonviolenta non fu portata a termine per l’intervento delle forze dell’ordine.
Dolci fu incarcerato, processato e, nonostante l’arringa in sua difesa fosse pronunciata da Calamandrei – uno dei padri della Costituzione Italiana – condannato. Un paradosso, diventato normalità, che si fa teatro, capace di evocare dai piccoli fatti quotidiani ai grandi dilemmi, l’Italia lacerata di quei tempi. La ricostruzione del processo e della realtà in cui si svolsero i fatti scorre, alternando poesie di Dolci, filastrocche dei cantastorie, arringhe degli avvocati e requisitorie del Pubblico Ministero (raffinati esempi dell’arte oratoria). Sul palco dunque solo due attori che di volta in volta scelgono i fatti più salienti, rappresentati unicamente con la parola e le musiche. Questa rielaborazione punta l’attenzione alla parte più introspettiva dello spettatore, che crea un suo immaginario servendosi unicamente della parola e delle musiche.