Lo spirito della spending review (piano tagli alla spesa pubblica del commissario straordinario Enrico Biondi) era quello di analizzare le voci di spesa delle pubbliche amministrazioni,eliminare sprechi e ottenere risorse da destinare allo sviluppo e alla crescita.Bene,analizziamo in sintesi cosa è accaduto. DIPENDENTI PA. – Per gli statali sono previste ferie obbligatorie a Natale e Ferragosto, mobilità obbligatoria, taglio del 20% dei dirigenti e 10%.Sospensione dei concorsi fino al 2016, inoltre Non sarà più possibile monetizzare ferie, riposi e permessi non goduti.SANITA’.Circa 30mila posti letto in meno negli ospedali pubblici italiani, con un rapporto di 3,7 posti letto per mille abitanti contro gli attuali 4,2. Il fondo sanitario nazionale sarà tagliato di tre miliardi in due anni: un miliardo nel 2012 e due nel 2013. – I piccoli ospedali saranno drasticamente tagliati: saranno chiusi tutti quelli con meno di 120 posti letto. ISTRUZIONE E RICERCA. Dal 2013 il fondo per il finanziamento ordinario delle università sarà ridotto di 200 milioni. Per le scuole private sono previsti fondi per 200 milioni.FORZE DELL’ORDINE I dipendenti delle forze di polizia di età inferiore a 32 anni, devono essere utilizzati a servizi operativi PATRONATI /CAF. Il compenso scende a 13 euro per ciascuna dichiarazione elaborata e trasmessa e a 24 euro per l’elaborazione delle dichiarazioni in forma congiunta. Il decreto riduce anche del 10% i trasferimenti a favore dei patronati. Ma di tutti i provvedimenti annunciati quello che ci fa irritare, è la riduzione del contributo delle università di 200 milioni di euro. La scuola pubblica già martoriata dopo la cura dimagrante della ex Ministra Gelmini, subisce un nuovo e pesante colpo con l’attacco alle Università.Ci lascia esterefatti lo scandalo dei contributi alle scuole private che vengono premiate con un “pacchetto”di 200 milioni di euro. Nei tg si sovrappongono le dichiarazioni dei politici.Alcune dichiarazioni a caso :” No a misure che indeboliscano la risposta sociale”. Ed ancora: “Nessuno pensi di fare cassa mettendo le mani nelle tasche degli italiani” etc. Nel frattempo il Senato approva il decreto sulla spending review con 203 SI – 9 NO e 33 astenuti. Il testo, già approvato dalla Camera e non modificato da Palazzo Madama, diventa legge. Ma allora di chi cacchio parlavano.
Aldo Mucci