Lo scioglimento per mafia di Bordighera
«Le perplessità sullo scioglimento di Bordighera le ha personalmente manifestate a me l’attuale ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri»
ROMA – Vittorio Sgarbi interviene sullo scioglimento per mafia del Comune di Bordighera:
«La retorica e la finzione, così come la propaganda dell’antimafia, sono talmente forti che se ne trovano paladini anche di fronte all’evidenza contraria.
Nessun dubbio che l’attività di Villa Margherita a Bordighera rappresenti un valore positivo ottenuto dal’amministrazione guidata dal sindaco Bosio, con grande efficienza e tempi rapidissimi. Bordighera è riuscita dove hanno fallito Venezia, Roma e Milano. Oggi la Collezione Terruzzi a Bordighera è una realtà competitiva con quelle dei musei della Costa Azzurra.
Ora leggo che un deputato del Pd torna a compiacersi dello scioglimento del Comune nonostante l’evidenza contraria indicata da un uomo dello Stato, come il Prefetto Dimenna, per questo rimosso dal peggiore ministro dell’Interno di tutti i tempi che è stato Roberto Maroni. Interessante che oggi un esponente del Pd, che appoggia il Governo, si compiaccia dell’operato dell’ex ministro rispetto al quale era comunque all’opposizione.
Quanto alle polemiche con il prefetto attuale, non ne ho fatte e non intendo farle.
Ritengo lecito e doveroso esprimere la mia opinione rispetto ai fatti buoni e cattivi, e voglio soltanto ricordare che le perplessità sullo scioglimento di Bordighera le ha personalmente manifestate a me l’attuale ministro dell’Interno Cancellieri, pur non avendo elementi per esprimere giudizi, ma osservando l’anomalia della proposta di di Dimenna rispetto alla decisione, tutta politica, di Maroni.
Aggiungo che, passeggiando nel tranquillo centro storico di Bordighera, la notte scorsa, ho incontrato una cittadina in attesa di amici, che mi ha detto letteralmente: “Bordighera è una città ordinata, bella, tranquilla, senza traccia di criminalità, persino un po’ noiosa”. Evidentemente ignorava di essere in una città pericolosamente dominata dalla mafia.
Se questo crede il Prefetto, mi chiedo perché non si attivi l’autorità giudiziaria facendoci conoscere i reati per cui l’amministrazione Bosio è stata sciolta.
I reati sono fatti, non umori, odori, atmosfere.
E lo Stato, con i suoi ministri, non può permettersi d’inventare crimini che non ci sono. Ignoti all’autorità giudiziaria, che, secondo la Costituzione, ha il dovere di perseguirli»