La mafia di Agrigento è dappertutto” lo afferma il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi – Direzione distrettuale antimafia – in un’intervista esclusiva pubblicata da Grandangolo – il giornale di Agrigento, diretto da Franco Castaldo.Nell’edizione 22 in edicola domani, il magistrato, intervistato da Maristella Panepinto, analizza il fenomeno mafioso nel territorio agrigentino ed i suoi legami con Cosa nostra siciliana.
In tema di mafia, Grandangolo pubblica e sviluppa le dichiarazioni del pentito di Campofranco, Maurizio Carrubba, che non narra solo di vicende mafiose nissene. Carrubba che per un breve periodo è stato rappresentante provinciale di Cosa nostra, racconta – la circostanza è inedita – del suo incontro con l’allora capomafia di Campobello di Licata, Giuseppe Falsone, latitante in quel tempo nella zona di Ribera e spiega, “riscrivendo” lo scontro tra il campobellese, poi catturato a Marsiglia, e Maurizio Di Gati, entrambi protesi ad ottenere da Bernardo Provenzano l’avallo per guidare la mafia agrigentina. Proprio Carrubba fornisce una lettura diversa, rispetto a quella sinora conosciuta, dei pizzini inviati a proprio a Provenzano riguardanti lo scontro Di Gati – Falsone, rinvenuti nel covo di “Montagna dei cavalli”. Binnu – scrive ancora Grandangolo in un altro articolo, ieri era presente (come Totò Riina), collegato in video conferenza, al processo che lo vede imputato (e condannato all’ergastolo per la strage di san Giovanni Gemini nel corso della quale venne ucciso il boss Gigino Pizzuto ed altre due persone, vittime innocenti. L’udienza davanti la Corte d’appello di Palermo è stata rinviata perché il terzo imputato, Pippo Calò – assolto in primo grado – sta ancora male e si trova ricoverato in una struttura sanitaria attrezzata a gestire la degenza dei detenuti. Politica comunale, sequestro dei beni a Dedalo ambiente Ag3 e rigassificatore completano il giornale che è arricchito dall’intervistona di Diego Romeo al coordinatore Pdl, Renato Rametta.