da sabato 2 giugno nel Palazzo Bonocore
Per iniziativa del Centro Culturale Il Sentiero, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Palermo e con il sostegno del Credito Siciliano, sarà allestita a Palermo dal 2 al 17 giugno 2012 all’interno del Palazzo Bonocore, in piazza Pretoria, la mostra itinerante Oggi devo fermarmi a casa tua. L’Eucaristia, la grazia di un incontro imprevedibile.
La mostra – ideata e prodotta da Itaca con il sostegno del Gruppo bancario Credito Valtellinese – illustra in 36 pannelli, corredati di testi e di un ricco apparato iconografico, l’importanza del mistero eucaristico per la storia, la vita e la fede dell’uomo.
La presentazione avrà luogo lunedì 4 giugno alle ore 19.30 alla presenza delle Autorità.
Alla cerimonia interverranno S.E.R. il Sig. Card. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, e Sandro Chierici, curatore dell’apparato e del commento iconografico della mostra.
Il percorso della mostra è articolato in quattro sezioni attraverso le quali si rivela la radicale necessità che l’uomo ha dell’Eucaristia. Alla fame e alle sete dell’uomo, che non si esaurisce nel cibo, cui pure Dio provvede prima con la manna poi con i pani e i pesci, Dio risponde con il dono di sé stesso: «Io sono il pane della vita».
Dono che esalta la libertà dell’uomo che è messo di fronte ad una alternativa radicale: seguire sé stesso accontentandosi dei pani e dei pesci, oppure accettare di nutrirsi del Suo corpo e del Suo sangue, come sorgente di una vita nuova.
L’ultima sezione sottolinea il permanere di Gesù nella Chiesa e nel segno dell’Eucaristia, che è l’invito che in ogni tempo Gesù continua a ripetere ad ogni uomo: «Oggi devo venire a casa tua». Un invito che in tempi di confusione e di smarrimento risuona particolarmente attuale.
L’esposizione sarà aperta nei giorni feriali dalle ore 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 20; nei festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 22. L’ingresso è libero.
Le visite guidate sono gratuite e prenotabili ai seguenti recapiti:
tel. 327.3579237,
mostra.eucarestiapa@gmail.com , www.ilsentieropa.it .
Saranno a disposizione alcune guide per illustrare i bellissimi pannelli espositivi e trasmettere l’importante messaggio artistico e culturale che essi veicolano.
Affinché il contenuto della mostra possa accadere per chi la visita.
Informazioni utili
OGGI DEVO FERMARMI A CASA TUA
L’Eucaristia, la grazia di un incontro imprevedibile
mostra itinerante
ideata e prodotta da Itaca
con il sostegno del Gruppo bancario Credito Valtellinese
Organizzatori
Centro Culturale Il Sentiero
in collaborazione con
Arcidiocesi di Palermo
Luogo
PALERMO
Palazzo Bonocore piazza Pretoria
2‐17 giugno 2012
Orari
feriali 10‐13; 16.30‐20 ∙ festivi 10‐13; 16.30‐22
visite guidate gratuite
ingresso libero
Informazioni e prenotazioni delle visite guidate
tel. 327.3579237
mostra.eucarestiapa@gmail.com
www.ilsentieropa.it
Cerimonia di presentazione
lunedì 4 giugno, ore 19.30
intervengono
S.E.R. il Sig. Card. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo
Sandro Chierici, curatore della mostra
alla presenza delle Autorità
Ufficio stampa
Itaca Eventi ∙ via dell’Industria 249 ∙ 48014 Castel Bolognese (RA)
tel. 0546 656188 fax 0546 652098
eventi@itacalibri.it
Sito ufficiale della mostra
www.itacaeventi.it/eucaristia
Materiali di comunicazione per i giornalisti sono reperibili alla pagina
www.itacaeventi.it/eucaristia/press
Il percorso della mostra
La mostra si apre col celebre episodio di Zaccheo, emblema dell’uomo curioso e desideroso di vedere Gesù. Perché? Cosa gli mancava? E che cosa accade quando Gesù entra nella casa, cioè nella vita di un uomo?
PRIMA SEZIONE – Una smisurata indigenza
La prima sezione sviluppa il tema della fame e della sete dell’uomo, la sua “smisurata indigenza” cui solo Dio può dare risposta adeguata. Proprio mentre risponde ai bisogni elementari, Dio educa il suo popolo a ciò che costituisce la risposta piena al bisogno di sazietà: «Ti ha nutrito di manna […] per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3).
SECONDA SEZIONE – Io sono il pane della vita
Si introduce così il tema della seconda sezione che si incentra sul capitolo sesto del vangelo di san Giovanni. Gesù ha compassione del bisogno dell’uomo, moltiplica i pani e i pesci, ma essi non bastano: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. […] Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. […] Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,35.55‐56.58).
TERZA SEZIONE – «Signore, da chi andremo?»
Il dono di sé di Gesù chiama in causa la libertà dell’uomo, tema della terza sezione. Mai essa è sfidata come in questa domanda di Gesù ai suoi apostoli:«Volete andarvene anche voi?». Emblematica è la risposta di Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna» (Gv 6,67‐68). Parole, cioè, che possono guidare l’uomo e sostenerlo nell’affronto della quotidianità del vivere: «L’Eucaristia è il cibo che li [i battezzati] sostiene nel lungo cammino dell’esodo attraverso il deserto dell’umana esistenza» (Benedetto XVI).
Qui sta la grande alternativa: mettere al centro della vita sé e accontentarsi dei pani e dei pesci, oppure ospitare nella propria vita la presenza di Gesù e rimanere a Lui attaccati.
QUARTA SEZIONE – Il dono permane
«Rimani con noi, Signore». L’ultima sezione della mostra approfondisce il “rimanere” come caratteristica propria della vita cristiana, nella duplice dimensione del rimanere del Signore nella sua Chiesa e del nostro rimanere nel suo amore: «Egli è qui».
Da questo nasce la vita nuova del cristiano che si esprime in tutti gli ambiti della vita personale e sociale.
Il filo rosso della mostra
a cura di Filippo Belli, autore dei testi
Solo il divino può salvare l’umano. L’esperienza umana, infatti, si presenta come un dramma irrisolto: un desiderio sconfinato cui l’uomo non sa rispondere da sé.
Questo dramma è diventato l’oggetto proprio dell’iniziativa di Dio in Gesù Cristo:
«Oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5). La risposta alla smisurata indigenza dell’uomo è l’incontro con la persona di Gesù che apre la vita alla grandezza di Dio, la fa quindi diventare più giusta, più bella, più umana, cioè più corrispondente al desiderio infinito che la costituisce. L’Eucaristia è oggettivamente la realtà più adeguata alla fame e sete dell’uomo perché in essa il dono di Dio che è la sua stessa persona è sostanzialmente e interamente presente e operante. Dio ha assicurato in modo imprevedibile e impensabile la sua presenza e amicizia rendendosi così familiare a noi nel sacramento dell’Eucaristia come lo è il cibo per la nostra fame. Non qualcosa, ma sé stesso.
Per questo l’Eucaristia sollecita ed esalta la nostra libertà: «Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna».
Selezione di brani significativi tratti dai pannelli della mostra
«Zaccheo, scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5).
[…] perché «devo»? Perché il Padre, ricco di misericordia, vuole che Gesù vada a «cercare e salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10). La grazia di quell’incontro imprevedibile fu tale da cambiare completamente la vita di Zaccheo.
Benedetto XVI
Appena Dio si affaccia all’esperienza, appena Egli si fa conoscere e in qualche modo vedere, prorompe allora tutta l’esigenza vera del cuore: io cerco Te, Signore, «il Tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 27,8). Questa è l’autentica essenza del desiderio del cuore umano: vedere Te, cercare Te, amare Te.
La ragione: «Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te» (Sant’Agostino).
Null’altro realmente basta alla fame e sete umane se non quel Tu nel quale il nostro io riposa.
Dio risponde all’indigenza e al desiderio dell’uomo rendendosi presente nella sua vita e nella sua storia, sedendosi a tavola con lui.
Commento al pannello “Cerco Te Signore“ (prima sezione)
Gesù nell’Eucaristia non dà “qualcosa” ma sé stesso, Egli offre il Suo corpo e versa il Suo sangue. In tal modo dona la totalità della propria esistenza, rivelando la fonte originaria di questo amore.
Benedetto XVI
Commento al pannello “Il dono: non qualcosa ma sé stesso” (seconda sezione)
In un’altra occasione Pietro è sollecitato da un’imbarazzante domanda:
«Voi chi dite che io sia?». E rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,15‐16).
A differenza della “gente” Pietro aveva azzeccato la risposta, ma non per maggiore scaltrezza teologica. La risposta gli veniva dalla convivenza con quell’uomo, fino a renderlo accorto del Mistero: «Il Padre mio te lo ha rivelato» (cfr. Mt 16,17).
Lo stupore iniziale, con la frequentazione e l’affetto crescente, si era trasformato nel tempo in una convinzione sempre più grande: nessun uomo è come Lui.
L’eccezionalità di Gesù conveniva a Pietro e agli altri, perché si stava bene con Lui.
Era cambiata nell’amicizia con Gesù la concezione di sé e delle cose, dei rapporti con tutti e con Dio.
Commento al pannello “L’amicizia con Gesù” (terza sezione)
Questa è l’Eucaristia: Cristo ci restituisce una umanità capace di giustizia, di gioia e di accoglienza, una umanità vera, e lo fa venendo a casa nostra. Anche noi vorremmo essere riacciuffati dagli alberi dei nostri diversi progetti e sentirci dire:
«Vengo da te».
Luigi Giussani
Citazione dal pannello conclusivo “Me? “ (quarta sezione)
Altri materiali di comunicazione sono disponibili su
www.itacaeventi.it/eucaristia/press
I curatori della mostra
Eugenio Dal Pane (Castel Bolognese, 1954), dopo la laurea in Filosofia con una tesi su De Lubac e il diploma in Scienze religiose, ha insegnato religione e lettere nella scuola cattolica. In seguito ha fondato Itaca, società editrice e di promozione culturale, di cui è amministratore e direttore editoriale. In occasione dell’Anno Paolino, su proposta del Progetto Culturale della Cei ha curato la mostra itinerante Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova, un’esperienza di cui ha dato conto nel volume Alla scuola di Paolo. Una vita nuova oggi (2009). Ha curato il volume di Novella Scardovi, Dalla tenda alla casa. La mia vita rinata in un incontro (2009) e pubblicato L’impresa possibile. L’ideale alla prova (2010).
Filippo Belli (Milano, 1963) è sacerdote della diocesi di Firenze. Dopo l’ordinazione nel 1995, ha proseguito gli studi a Roma al Pontificio Istituto Biblico ottenendo la Licenza e il Dottorato lavorando sulla lettera ai Romani. Ritornato a Firenze, nel 2001 ha iniziato a insegnare nella Facoltà teologica dell’Italia Centrale di Firenze dove svolge tuttora la sua attività di docente con corsi di Introduzione alla Sacra Scrittura, di greco biblico e di altri temi biblici. Oltre la sua tesi dottorale (Argumentation and Use of Scripture in Romans 9‐11, 2010), ha pubblicato in questi anni diversi articoli e saggi, in particolare su san Paolo e l’uso delle Scritture nel Nuovo Testamento. Svolge inoltre l’attività di conferenziere e di guida di pellegrinaggi in Terra Santa.
Sandro Chierici (Milano, 1949), consulente editoriale, vanta una lunga esperienza in case editrici. Ha diretto collane (tra queste Italia Romanica ed Europa Romanica per Jaca Book / Editions Zodiaque) e curato oltre 150 volumi di arte, architettura, fotografia, storia della musica. Nel 1993 ha dato vita a Ultreya, uno studio specializzato nella realizzazione di volumi per coedizioni internazionali, tra le quali la serie delle catechesi settimanali di Sua Santità Benedetto XVI in edizione illustrata. Ha curato diverse mostre (le più recenti: Budapest 1956. La rivoluzione; Praga 1968. L’impossibile primavera; Solidarność. Danzica 1980) i cui cataloghi sono editi da Itaca, con la quale ha collaborato alla realizzazione della mostra Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova.
Andrea Cimatti (Faenza, 1964) si è laureato in Belle Arti presso la Cornell University di New York. Dopo anni di formazione all’estero, ha svolto attività di pittore e illustratore. Ha curato mostre personali in Italia, negli Stati Uniti e in Inghilterra. Attualmente opera nel settore grafico e della consulenza di comunicazione. Dal 2005 collabora con Itaca per la quale ha progettato diverse mostre: Caravaggio. L’urlo e la luce; Van Gogh. Un grande fuoco nel cuore; Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova. La mostra è stata ideata e prodotta da Itaca, con il sostegno del Gruppo bancario Credito Valtellinese.
Itaca è una società editoriale e di promozione culturale sorta nel 1989 per iniziativa di Eugenio Dal Pane, approdato al mondo dell’editoria dopo anni di insegnamento, con l’intento di pubblicare e diffondere prodotti editoriali espressivi della ricerca di verità, di bellezza, di bene, di senso, propria dell’uomo, che potessero essere per ciascuno preziosi “compagni di viaggio”.
Negli ultimi anni Itaca ha registrato una significativa crescita che ha reso riconoscibile a livello non solo nazionale il proprio marchio editoriale e l’attività commerciale. Percorso personale e mission insoliti, ma è questa originalità che spiega la paziente e costante crescita di Itaca, una realtà oggi consolidata e operante su più versanti: editoria, e‐commerce, rete di librerie, eventi.
Eventi
Nel campo delle mostre itineranti, Itaca ha prodotto la mostra Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova, dedicata a san Paolo, in collaborazione con il Progetto Culturale della CEI, che ha toccato 139 città italiane ed è stata vista da oltre 300.000 visitatori accompagnati da 2.500 guide volontarie. La mostra è stata tradotta in russo, inglese, spagnolo, croato, olandese, arabo, ebraico, per esposizioni in diversi Paesi nel mondo (Russia, Malta, Croazia, Olanda, Perù, Uganda, Siria) e in alcune città della Terra Santa (Gerusalemme, Nazareth, Acri, Betlemme). Un successo che si aggiunge a quello registrato dalle altre mostre didattiche itineranti dedicate all’arte e curate da Roberto Filippetti: Il Vangelo secondo Giotto. La cappella degli Scrovegni, San Francesco secondo Giotto. Gli affreschi della basilica superiore di Assisi, Caravaggio. L’urlo e la luce e Van Gogh.
Le fondamenta dell’attuale struttura del Gruppo Creval sono poste nei primi anni ’80, quando il Credito Valtellinese, piccola banca locale, delinea le premesse per l’adozione dell’attuale modello imprenditoriale ad “impresa‐rete”, allora innovativo, con l’acquisizione di Technoleasing (successivamente Bancaperta, polo finanziario del gruppo fino al 2011), la costituzione di Bankadati per il presidio dei servizi informativi, di Stelline per la gestione del patrimonio immobiliare e di Deltas per il governo del disegno imprenditoriale unitario.
Da allora, la storia del Gruppo é la storia della sua crescita, del consolidamento e della progressiva integrazione di altre realtà locali connotate dalla stessa cultura d’impresa.
Il salto dimensionale significativo si realizza a partire dal 1996 con il Credito Artigiano, storica banca milanese. La crescita prosegue negli anni successivi in Sicilia con la Banca Popolare Santa Venera di Acireale, la Cassa San Giacomo di Caltagirone e la Banca Regionale Sant’Angelo, che nel 2002 danno origine al Credito Siciliano.
Seguono poi Banca dell’Artigianato e dell’Industria di Brescia e nel 2008, anno del centenario di fondazione del Credito Valtellinese, il Credito Piemontese e la Carifano‐Cassa di Risparmio di Fano, fino alle più recenti aggregazioni di due piccole banche laziali, la Banca Cattolica di Montefiascone e il Credito del Lazio, già Banca della Ciociaria.
Il Piano strategico 2011‐2014 segna un importante punto di svolta e avvia un processo di consolidamento e semplificazione della struttura societaria del Gruppo, premessa per una nuova fase di crescita in un percorso orientato alla creazione di valore sostenibile nel medio periodo.
Nel 2011 si completa così il progetto di ristrutturazione del Gruppo, principalmente della rete territoriale, con la fusione di Bancaperta, Credito Piemontese e Banca dell’Artigianato e dell’Industria nella capogruppo Credito Valtellinese, l’incorporazione di Banca Cattolica e Credito del Lazio nel Credito Artigiano e la costituzione della nuova Carifano.
Il Gruppo Credito Valtellinese, gruppo bancario popolare di credito cooperativistico con oltre 120.000 soci e azionisti e quotato alla Borsa Italiana, è presente sul territorio nazionale in 10 regioni, con oltre 500 filiali, distribuite in quattro banche territoriali – Credito Valtellinese, Credito Artigiano, Carifano e Credito Siciliano – e 4.500 collaboratori.
Coerentemente con i principi ispiratori, l’operatività bancaria è prevalentemente orientata alle famiglie, alle piccole e medie imprese, artigiani e professionisti e, per tradizione e vocazione, alle istituzioni no profit: un patrimonio “intangibile” ormai prossimo a 900.000 relazioni.
Con lo scopo di promuovere e testimoniare i valori e i principi del Gruppo è stata costituita nel marzo 1998 la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, fondazione nazionale dal 2002, con operatività su tutto il territorio italiano. Sostiene iniziative finalizzate al progresso morale, sociale e culturale prevalentemente a favore delle aree e delle comunità in cui sono presenti le banche territoriali del Gruppo.
È operativa in tre settori: solidarietà sociale, orientamento e formazione, arte e cultura.
Tra i sostenitori della mostra anche l’avv. Salvatore Ferrara, legale impegnato a favore dei familiari di vittime di mafia.
“Tutti i giorni facciamo esperienza della sproporzione tra il desiderio di giustizia che le persone ci affidano e la risposta che i Tribunali possono dare. Anche quando si ottiene una buona sentenza questa non potrà mai restituire, ad esempio, una persona cara sottratta alla vita da una mano assassina.
L’attualità e l’interesse di questa mostra risiede nella sua sfida, ovvero nella pretesa di far vedere come Gesù non sia un devoto ricordo ma una Presenza viva capace di rispondere nell’oggi a quel bisogno di bene e di giustizia iscritto nel cuore di tutti gli uomini per nascita e in quello di alcuni bruciante per storia personale. ”