Ultimo fine settimana per la quinta edizione di Salvalarte Belìce. Domani, sabato 2 giugno, Salvalarte Belìce intreccia la campagna di sensibilizzazione “Voler bene all’Italia“, un’iniziativa patrocinata dalla Presidenza della Repubblica, volta a tutelare l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini che vivono nei piccoli Comuni, valorizzando le risorse e il patrimonio d’arte, di natura e di tradizioni che custodiscono e combattendo lo spopolamento e la rarefazione dei servizi. Santa Ninfa organizza un’intera giornata alla scoperta di alcuni dei suoi “tesori” in un’ottica di recupero dell’identità, di sguardo rivolto verso il futuro e di collaborazione tra Comune, associazioni e soggetti privati. Domenica 3 giugno chiusura a Gibellina e Poggioreale.
Gli appuntamenti in dettaglio.
Sabato 2 Giornata di Voler Bene all’Italia
Santa Ninfa
ore 10, presentazione del progetto di recupero della ex stazione ferroviaria di Santa Ninfa in contrada Bonadore, in collaborazione con Coop CELI e Gruppo Durante;
ore 16, Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa: una passeggiata alla scoperta di un’area recuperata. Appuntamento all’area dell’ingresso della Grotta (SS 119, km 39,40);
ore 18, Castello di Rampinzeri, 1° edizione del premio “Il territorio di Santa Ninfa tra cultura & sviluppo” e presentazione della tesi di laurea: “Tessere il futuro tra natura e cultura diverse tessere, un puzzle”.
La ferrovia Santa Ninfa – Salemi era una breve ferrovia a scartamento ridotto della Sicilia, che collegava la stazione di Santa Ninfa alla stazione di Salemi, del tratto Palermo-Trapani a scartamento normale. La linea venne progettata per collegare i comuni della Valle del Belìce direttamente con il capoluogo di provincia. L’intenzione del progetto era quella di arrivare direttamente fino a Trapani, evitando il lungo giro costiero via Mazara del Vallo e Marsala. Iniziato verso il 1930, non fu più realizzato interamente e nell’ottobre del 1935 venne aperto all’esercizio solo il breve tratto di 10 km per Salemi, mentre il tratto successivo fino a Calatafimi, nonostante già in parte realizzato, non venne mai armato e rimase abbandonato.
Istituita dalla Regione Siciliana nel 1996 ed affidata in gestione a Legambiente Sicilia, la Riserva Naturale
“Grotta di Santa Ninfa” ricade in un vasto altopiano carsico di notevole interesse geologico, paesaggistico e naturalistico. L’area protetta comprende la Grotta di Santa Ninfa, ricca di splendide concrezioni
gessose e carbonatiche, e la Valle del Biviere, dominata dai vigneti e dai rimboschimenti e caratterizzata da interessanti aspetti di vegetazione naturale.
Con Salvalarte Belice 2012 intendiamo evidenziare: il recupero dell’area sovrastante l’ingresso della
Grotta, che all’istituzione della Riserva versava in avanzato stato di degrado, poiché sin dalla fine degli
anni Settanta era stata riempita dalle macerie delle abitazioni e delle strade di Santa Ninfa, distrutte dal
terremoto del 1968.
Domenica 3 Gibellina, ore 9.30, presentazione in situ del cantiere di restauro della scultura “Impronta” di Turi Simeti. Segue al Municipio un incontro informativo sui restauri di altre sculture contemporanea, a cominciare dal Cretto di Burri.
Il nome di Gibellina è legato indissolubilmente al tremendo sisma che distrusse la Valle del Belìce il 15 gennaio del 1968 ed alla sua ricostruzione. Negli anni che seguirono il paese divenne infatti un immenso laboratorio di pianificazione e sperimentazione artistica.
GIBELLINA
Poggioreale, ruderi antico paese, ore 17.30, finissage mostra fotografica “I fantasmi di Poggioreale. Ritorno alla vita” di Ezio Ferreri, a cura di Emilia Valenza, coordinamento Belìce/EpiCentro della Memoria Viva_CRESM e Comune di Poggioreale.
Belìce/EpiCentro della Memoria viva sostiene la memoria del territorio come forza trainante della società
futura e come obiettivo la promozione culturale dei luoghi della Valle del Belìce. Con “I fantasmi di
Poggioreale” di Ezio Ferreri vi proponiamo un viaggio/omaggio tra gli spettri e le rovine della vecchia cittadina di Poggioreale. Gli scatti di Ferreri, infatti, ci restituiscono l’immagine di quel tessuto urbano e
architettonico riconoscibile sia per le sue rovine che per certi oggetti dimenticati.
1 giugno 2012