Agrigento –Una tornata elettorale senza grandi sorprese, che porta al ballottaggio il sindaco uscente Marco Zambuto, con Totò Pennica. Nessuna sorpresa, visto che negli ultimi giorni era data per sicura l’affermazione di Zambuto (34,33%), con l’unica incognita dell’avversario, indicato ora in Totò Pennica (19,17%), ora in Mariella Lo Bello (14,20%). Nessuna sorpresa neppure per Giuseppe Arnone (9,66%) e Giampiero Carta (9,08%), nonostante il primo si fosse già autoproclamato sindaco della città per i prossimi dieci anni, e di questo fosse tanto convinto da aver inviato un comunicato stampa nella giornata di ieri, con il quale annunciava di aver indicato i nomi degli altri tre assessori ed averli messi in una busta chiusa, in attesa di valutare l’eventuale apparentamento con il quale concorrere al ballottaggio.
Inutile aggiungere altro, ad una vicenda che può solo suscitare sentimenti di compassione. Molti gli antiarnoniani di questa città, che ieri si son presi la soddisfazione di vedere Arnone fuori dal Comune. Anche se, giudicando più serenamente la vicenda, non si può fare a meno di pensare che i problemi di Agrigento non si risolvono soltanto con la vittoria o la sconfitta di un candidato e ci vorrà ben altro prima che questa città torni a potersi considerare una città moderna e civile. Complessivamente, tanto Carta, quanto Arnone, complice il voto disgiunto, hanno comunque raccolto parte del voto d’opinione che certamente non era frutto di apparati organizzati. Apparati (quelli politici) che comunque hanno dimostrato di non riuscire più a governare il voto, vista l’enorme percentuale dei votanti che ha preferito utilizzare il voto disgiunto per eleggere sindaco.
Veri sconfitti della tornata elettorale, i partiti, che hanno dato l’esatta dimensione dello scontento che serpeggia ormai tra tutti i cittadini dell’intera nazione.
La mancanza di un candidato sindaco che potesse coinvolgere l’elettorato alla ricerca di un punto di rottura con un sistema politico ormai allo sfascio, ha fatto sì che il voto venisse spalmato sui cinque candidati, secondo il poco chiaro criterio del “meno peggio”, che non necessita di ulteriori commenti.
Una campagna elettorale caratterizzata da reciproche accuse, dall’incapacità di scelte coraggiose, dalla difficile situazione economica che vivono le fasce sociali più deboli, alle quali sono stati offerti slogan e nessuna soluzione concreta.
Le uniche sorprese sono quelle relative al voto attribuito ai singoli consiglieri comunali, che, a differenza di quello espresso per i candidati a sindaco, ha dimostrato come gli apparati e i vecchi e collaudati sistemi riescano ancora a pilotare il micro-consenso.
Trombature eccellenti, batoste inaspettate e risultati clamorosi che non trovano alcuna spiegazione plausibile, sono la prova evidente di come dietro un’apparente scelta libera e democratica in realtà si continui a votare secondo criteri di appartenenza o politico clientelari.
Chi si crogiola di vittorie politiche, godendosi le sconfitte elettorali; chi conta il voti dei singoli candidati della lista, senza chiedersi il perché della sconfitta sul piano strettamente politico; chi della propria sconfitta ne farà un vanto confrontandola con quella ancora peggiore di qualcun altro.
Unico dato di certezza, un prossimo futuro senza opposizione nel bel mezzo di tanta mortifera monotonia. Torneremo nuovamente ad analizzare i risultati elettorali, illustrandoveli per ogni singola lista, anticipando future alleanze che scompagineranno il consolidato e i possibili scenari che verranno a crearsi.
Resta un’ultima incognita alla quale nessuno – purtroppo – potrà dare una risposta: e se si fosse candidato a sindaco Fonziu Pirtusu?
Gian J. Morici
se l’agrigentino non è fasullo anche nelle dichiarazioni qualche nuovo eletto dovrà fare i conti con tutti i posti di lavoro promessi ai vari operari disoccupati cittadini! come si dice dalle nostre parti “stavota li piglia no mussu”.
Abbiamo visto di tutto in questa campagna elettorale! Chi chiedeva che venisse pagata una bombola di gas, chi la bolletta della luce, chi assicurava pacchetti di voti a prezzi a 3 o più zeri! Questa è la cultura politica di certi agrigentini!
Vediamo che succede con questo nuovo consiglio!
I cittadini sono già armati di “sputazzati”
Caro Morici
Le persone perbene anche su questioni politiche si fanno prendere da sentimenti di umanità, di conseguenza anche la sconfitta di Arnone per certi versi diventa un dispiacere. Niente di più sbagliato, quanto accaduto non è solo una vittoria della democrazia ma anche una delle cose più positive per il futuro di Agrigento. Non si amministra una città querelando centinaia di persone o mettendo al centro della scena se stessi facendo passare la propria presunta onestà o la propria presunta capacità politica per fatti straordinari. L’italia che lavora e che vive onestamente questi principi li paratica ogni giorno senza chiedere medaglie e senza distruggere gli altri anche se avversari..
atroci verità che tagliano più di lame di rasoio. complimenti
Siete convinti che Arnone ha smesso con le sue provocazioni e le liti con tutti? Poveri illusi. Aspettate qualche giorno e poi vediamo se non compare a Porta di Ponte con manifesti e volantini, posterbus e cartelloni. Se no Teleacras che cosa farà senza Arnone a pranzo cena colazione merenda pausa the e caffè autogestiti ed interviste più edizioni speciali in tutte le salse?
Mi auguro che questo consiglio comunale possa portare risultati concreti per agrigento sperando almeno che questi nuovi consiglieri, levando i rieletti di cui si potrebbe spendere qualche parola, votino gli atti con la coscienza, quanto meno, di sapere ciò che votano.
Gentile Rita
Certo che Arnone cercherà di tornare ad essere quello di sempre, ma purtroppo per Lui le condizioni sono radicalmente cambiate.
• Una cosa è essere consigliere comunale quindi rappresentante istituzionale nonché dirigente del PD ed una cosa è essere semplici cittadini……..
• Teleacras ha qualche problema di suo e potrebbe non trovare più opportuni i……toni alti.
• I veri amici dell’avvocato sono quelli di Legambiente, ma credo che i vari Realacci, Ferrante e Della Seta gli abbiano già dato tutto l’appoggio possibile nelle vicende con Crisafulli e con Bersani.Dopo l’espulsione di Arnone dal PD si guarderanno bene da futuri interventi di sostegno.
Del resto un segnale evidentissimo e per certi versi inusuale è venuto proprio da Zambuto il quale nella dichiarazione pubblica del dopo elezioni La PRIMA cosa che ha detto è stata: “rifiutiamo l’apparentamento ed il sostegno di Arnone”. sono parole molto chiare per il presente e per il futuro.
Con Arnone esce dall’aula la speranza, ma anche ogni concreta aspettativa, degli Agrigentini onesti di vedere la trasparenza delle cose e dell’operato dei cosiddetti “addetti ai lavori”.
Una persona che ha speso 30 anni della sua vita a lottare, con risultati più che tangibili, contro il malaffare e il malcostume dilaganti allora, ora e sempre, ad Agrigento. E’ entrato nell’aula ragazzo e ne esce coi capelli bianchi, ma la sua non è stata certamente né una “poltrona” usurpata, né il bivacco del cacciatore del gettone di presenza. Oggi bisognerebbe soffermarsi a riflettere se la sua presenza non sia più necessaria.
Paga la sua scarsa simpatia e il suo poco “appeal” e, si sa, nella città delle apparenze e della poca sostanza, questi sono vizi capitali. E’ stato un gigante contro la moltitudine di nani che gli si sono frapposti nel suo cammino politico, facendone piazza pulita e ridicolizzandone gli atteggiamenti gretti e truffaldini. E’ stato una diga contro un malaffare che, nella nostra città, ha assunto proporzioni parossistiche; ha fronteggiato accuse, calunnie e contumelie, nelle aule giudiziarie, uscendone sempre pulito, a differenza dei suoi avversari.
Oggi Agrigento è senz’altro più povera, e la frotta di consiglieri che si appresta ad occupare le poltrone dell’aula, già a giudicare dai primi nomi, non raggiungerà, messa assieme, lo spessore del Sindaco che abbiamo perduto.
Il nostro grazie, non da amici, ma da Agrigentini, oggi va a Peppe Arnone.