Siria -Cinque colpi di mortaio hanno colpito il villaggio di Mishmeshan, vicino al confine turco, alle 1 del mattino, provocando dieci morti e almeno dodici feriti.
L’attacco, condotto dalle forze armate siriane, ha evidenziato ancora una volta come ad essere esposti ai pericoli di rappresaglie, siano soprattutto i bambini.
2 infatti i bambini uccisi durante l’attacco, mentre altri sono rimasti feriti.
Dall’inizio della rivolta, iniziata con pacifiche manifestazioni di protesta contro il presidente Bashar Assad, alle quali in risposta fece seguito una brutale repressione del governo, secondo l’Onu, più di 9.000 persone sono state uccise. Tra queste, si apprende da notizie postate sui social network, vi sarebbero almeno 1.100 bambini.
Soltanto a partire dal 12 aprile – data del cessate il fuoco mediato dall’inviato speciale di Kofi Annan che aveva lo scopo di porre fine ai combattimenti -34 bambini sono stati uccisi nel corso di incursioni da parte delle forze siriane, che, anziché ritirarsi nelle loro caserme, come previsto dall’accordo, hanno continuato ad attaccare i ribelli, i quali a loro volta hanno reagito tendendo imboscate alle truppe in movimento.
Mentre l’ONU si appresta ad inviare in Siria altri 300 osservatori – probabilmente entro la fine del mese – il governo siriano ha negato il visto a tre osservatori e si oppone alla richiesta delle Nazioni Unite di poter utilizzare i propri elicotteri per controllare un territorio più grande del Nord Dakota.
Gli osservatori presenti già sul territorio, hanno riferito alle Nazioni Unite di violazioni del cessate il fuoco da parte del governo e dell’opposizione, precisando inoltre di aver visto armi pesanti dell’esercito siriano schierato in zone popolate, tra cui mezzi corazzati da trasporto truppa e artiglieria.
Il governo siriano non commenta l’accaduto, né l’interruzione della tregua, continuando ad impedire l’informazione da parte del giornalismo indipendente, in palese violazione dell’accordo sottoscritto con l’inviato speciale di Annan.
gjm