Avrà ben pensato di non voler fare del male a chi forse le ha salvato la vita, e memore di quanto affermato da Saul Bellow ne Il circolo Bellarosa (1989), ovvero che “la gratitudine di un uomo è veleno per il suo benefattore”, si è comportata da autentica ingrata con chi le aveva fatto del bene.
Una donna di New York, Jackie Brucia di 61 anni (foto accanto), in lista d’attesa per un trapianto di rene, avrebbe accettato che una sua dipendente impossibilitata a donarle l’organo poiché incompatibile, lo donasse ad altro paziente in lista d’attesa, affinchè la Brucia potesse prendere il suo posto ed effettuare il trapianto.
Un bel gesto quello della donatrice Debbie Stevens, 47 anni, madre divorziata di due figli, che oggi si sente tradita e delusa proprio da colei alla quale avrebbe salvato la vita.
La Stevens infatti, a causa dell’intervento chirurgico dovette prendere tre giorni di malattia a seguito di complicazioni.
Tutto si sarebbe aspettata, tranne che di ricevere la telefonata della Bruce che le faceva presente che non poteva assentarsi dal lavoro quando le pareva, poiché gli altri dipendenti potevano pensare che ricevesse un trattamento di favore.
Rientrata al lavoro, la Stevens racconta Il Post che è stata degradata e trasferita ad altra sede, in un quartiere ad alta densità criminale.
La donna, frustrata per quanto accadutole, ha dovuto far ricorso ad uno psicologo.
Nel frattempo, i suoi legali, inviarono alla società una lettera nella quale si faceva presente il trattamento ingiusto e disumano subito dalla Stevens, colpevole di aver voluto far del bene.
Subito dopo l’invio della lettera, la Stevens dice di essere stata licenziata.
Lenard Leeds, avvocato della donna, ha già anticipato l’intenzione di presentare una querela in danno della società, con una richiesta di risarcimento danni per milioni di dollari.
gjm
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