Agrigento assiste sconcertata e a tratti divertita dal confronto a distanza che si sta tenendo dopo le dichiarazioni del segretario del Pdl nei riguardi del candidato sindaco Marco Zambuto. A loro però vorremmo chiedere: cui prodest? Se nettiamo questa polemica dalle necessità elettorali, quanto spazio resta per la città?”
Zambuto oggi rinfaccia ad Alfano, tra le altre cose, di non aver restituito le somme per il mantenimento del Tribunale. Eppure l’ormai ex sindaco su questo tema è intervenuto a singhiozzo, mettendolo da parte nei periodi in cui si avvicinava alla “corte” dell’ex Guardasigilli e tornando ad impugnarlo quando il rapporto si troncava. Allo stesso modo Alfano tenta di smarcarsi da Zambuto e dalla sua Giunta, in cui sono stati collocati diversi assessori più o meno ufficiali per quattro quinti del mandato, tentando di non lasciarsi trascinare a fondo.
In tutto questo quanto spazio resta per la città? Tra convention roboanti, piene di luci, musiche ed effetti speciali cosa resta per i cittadini? Agrigento ha bisogno di essere governata, lo diciamo da tempo, e non vuole più asprezze e scontri, non vuole essere più divisa tra “buoni e cattivi”.
Il sospetto che nutriamo, inoltre, è che questo tipo di scontro sottenda una tendenza al trasformismo e al più bieco opportunismo, fatto di accordi sotto banco che servano unicamente a lasciare spazio ai vari “gattopardi”: la nostra linea sarà ferma nel tentativo di imporre la nostra visione della città e della politica.