Bruxelles – Grazie al Presidente serbo Boris Tadic, che ha orientato la politica del paese verso l’UE, il Consiglio europeo concede lo status di candidato alla Serbia.
Tra i meriti di Tadic, quello di aver consegnato due criminali di guerra ancora in libertà, tra cui la mente del massacro di Srebrenica, il generale serbo-bosniaco Ratko Mladic, e l’aver normalizzato i rapporti con il Kosovo, nonostante non ne abbia mai riconosciuto l’indipendenza.
Lo stesso Hashim Thaci, presidente kosovaro, aveva dichiarato che il futuro del Kosovo e degli altri paesi dei Balcani è nell’Unione europea e nella NATO.
Dopo la Slovenia, che è stato il primo paese della ex Jugoslavia ad entrare nell’UE nel 2004, toccherà alla Croazia, che dopo aver soddisfatto tutti i requisiti richiesti entrerà il 1 ° luglio 2013, mentre per Montenegro, Macedonia e Serbia, si darà l’avvio ai negoziati.
Da notare che la Bosnia ad oggi non ha fatto alcuna richiesta per entrare nell’UE.
Se da una parte non si può ignorare come il presidente serbo Tadic, abbia consegnato alla Corte dell’Aja due criminali di guerra, dall’altra non possiamo dimenticare come grazie alla relazione del senatore svizzero Dick Marty, sia stata chiesta un’indagine internazionale sui presunti crimini commessi dal movimento separatista del Kosovo Liberation Army (KLA), guidato da Hashim Thaci.
Tra i crimini commessi, omicidi, detenzioni, traffico d’armi e droga,e traffico di organi espiantati a prigionieri serbi.
Accuse rivolte in prima persona contro l’attuale primo ministro del Kosovo Hashim Thaci, che avrebbero trovato riscontro nelle relazioni delle agenzie di intelligence contenute tra i documenti segreti della North Atlantic Treaty Organization (NATO).
Una situazione “scottante”, che vede il coinvolgimento degli Stati Uniti e di altre potenze occidentali che si sono poste a sostegno di un’organizzazione criminale, coinvolta con organizzazioni terroristiche, che si stava ribellando a uno Stato sovrano.
A riconoscere la dichiarazione di indipendenza unilaterale dell’UCK, Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Francia e altri rappresentanti della NATO e della comunità internazionale.
William J. Burns, vicesegretario di Stato americano, nel corso di una conferenza a Pristina in Kosovo, aveva dichiarato che gli Stati Uniti auspicavano l’ingresso del Kosovo tra le istituzioni del patto atlantico, tra cui la NATO e l’Unione europea.
Burns, nella circostanza, si è ben guardato dal menzionare i crimini di guerra commessi e la violazione dei diritti umani o dello Stato di diritto.
Una palese discrasia rispetto al trattamento riservato ad altri Stati che hanno in passato violato diritti umani, nonché una palese violazione di quei principi generali di equità che impongono uno standard comune da applicare a tutti alla stessa maniera, senza alcun trattamento selettivo.
legittimare questo criterio di diseguaglianza, significherebbe legittimare i crimini di guerra, purchè gli stessi vengano commessi sotto l’egida delle potenze occidentali.
Gian J. Morici