Allora,che vedi da questa finestra?
Prima i rami verdi dei pini, più indietro le finestre delle case, ancora,alle spalle dei palazzi il cielo bianco. Su tutto la pioggia. Ogni finestra ha delle tende, bianche, qualcuna è rossa ed ora ci sono delle luci intermittenti ai balconi perché arriverà il Natale.
Bene, non c’è altro?
Si, vedo delle ombre che si muovono dietro le tende. Qualcuno scosta le persiane, apre le imposte. Fa freddo, tra un po’ richiuderanno con cura.
Chi c’è secondo te, dentro quella casa?
Quale?
Quella, uno due tre, al terzo piano
Quella senza tende?
Si
Lì c’ero io una volta. Dietro quella finestra dovrebbero esserci tutte le cose che amavo. E quella donna che si aggira scontenta anche lei era mia.
Sei andato via?
Si
Perché?
Non lo so, ora che lo chiedi, non lo so. Abbiamo tanto gridato e ci siamo agitati, sembrava essenziale andare via.
Sai che lei ha iniziato a bere?
No, non lo sapevo. Non le era mai piaciuto bere, anzi piaceva a me e lei ne era disgustata.
Non ha cominciato piano piano, si è scolata due bottiglie in un colpo solo e poi non ha più smesso. Vuoi vederla? Non è molto cambiata, nonostante questo vizio. E’ rimasta come la ricordi.
No, non voglio vederla. Ricordo che aveva dei bei capelli
Li ha tagliati. Ora è solo più magra, non mangia molto.
Ma tu, la vedi, ci parli?
Io la sento piangere.
Ma continua a lavorare?
Si, al mattino è sobria. Esce di casa puntuale, va a piedi, ha il montgomery blu, ricordi?
Si mi sembra, quello che avevamo comprato insieme. Era così contenta.
Ha sempre quello sulle spalle, quando esce.
Si trascura?
Non sembra a vederla così. In estate sta più spesso sul balcone, ma non cura più le piante. Quelle vanno avanti da sole, resistono pare.Lei non fa più niente per loro, qualche volta le annaffia.
Non ha avuto altri uomini?
Non ho mai visto nessuno. La sera non esce. Eppure parlano male di lei, solo perché è sola, e tu sei andato via. Guarda bene, ancora, vedi altro?
Vedo un libreria, un tavolo. Una scatola. Lei sta seduta al tavolo, ha un pennello, della colla. Starà combinando uno dei suoi pasticci decorativi per Natale.
Si, credo di si. Lo fa ancora. A volte comincia a bere e ci si addormenta sopra. Arriva Natale
e lei sta ancora lì e le ghirlande le attacca fuori tempo. Poi rimane a guardarle, seduta sul divano.
E’ ancora bianco il divano? Non fa più l’albero?Mi metteva in croce tutti le volte con quell’abete. Poi si ostinava a passare la sera di Natale al buio a guardare le luci. Non so, era contenta di queste cose e io mi annoiavo.
E tu? Che hai fatto tu, dopo?
Quando sono andato via, dici? Bè, per un po’ sono stato male, molto male, poi piano piano ho cominciato a sentirmi libero, raramente solo.
Raramente. E quando ti accadeva, di sentirti solo?
Non mi mancava, se è quello che vuoi dire, non mi mancava. Solo quando ero malato, mi sarebbe tornata utile. Sono sincero. Ma la sua presenza, il suo mondo, non mi mancavano. Lei, è mai stata malata?
Si, a lungo. Ma usciva tutte le mattine, si trascinava,andava a lavorare.
Qualche volta stava talmente male che la dovevano riaccompagnare a casa
Ma mai nessuno si fermava da lei.
Tu dici che sta così male perché io sono andato via? Non credo sai, lei con me non stava bene. Era infelice credo. Tutto quello che ha fatto lo ha fatto praticamente da sola. Io pensavo a me, a tutte quelle cose che mi assalivano, si anche quando bevevo, ma soprattutto al mattino o alla sera, quando per riepilogo non mi sembrava che ci fossero altro che fallimenti, speranze disattese, pochi soldi, nessuna affermazione. A lei non importava niente di questo. Pensava che saremmo stati a tubare tutta la vita. Tra i due, forse la più ubriaca era lei.
Ora lo è di sicuro. Guardala. Si sta affacciando.Come ti sembra? A me pare sempre più bella.
Bella? aveva qualcosa, ma non nell’aspetto, nel modo di fare. Qualcosa di rassicurante, sembrava sicura.
Quando hai smesso di amarla?
Non so, ci conoscevamo da tanto. Era diventata troppo triste. Credevo che andato via io avrebbe ripreso a sorridere. Non era poi così forte, a quanto pare.
Che fa? Guarda, ha un piccolo albero. Sta mettendo le luci. Ti innervosisce ancora questa sua mania?
No, non più, non mi riguarda. Lei era così felice, preparava per noi due una buona cena di Natale. Ma eravamo soli, non avevo molto da dirle, e quello che diceva lei non lo ascoltavo.
E dopo di lei? Come hai passato il tuo Natale, dopo.
Ubriaco, all’inizio. Poi scrivendo, sobrio. Ho capito che dovevo stare sobrio. Sai, non era lei la causa del mio fallimento. Stare con lei mi aveva sempre dato un alibi. Ora scrivo, ho successo. Lei, con il suo piccolo mondo, la sua fede nelle mie capacità, i suoi giudizi, precisi, erano precisi, tutto quello che mi diceva era vero, lei mi proteggeva troppo. Ero troppo “per bene” non so se mi spiego, era troppo calda la mia casa, troppo sicuro il suo amore. Ho smesso di bere perché non riuscivo neppure più a digitare sul computer.
Ora la vedi. Che effetto ti fa?
Non la riconosco. Neppure la casa ricordavo. Mi sembra stanca. Possiamo chiudere la finestra, sentire un po’ di musica?
Va bene, dalle un ultimo sguardo, non vuoi ricordarla? Cosa vedi?
Ha gli occhi grandi, le palpebre sono più pesanti, il contorno del viso è più rilassato. E’ bionda.
Non so, credo che mi abbia dimostrato che non sono proprio capace di amare, di prendermi cura di qualcun altro. Ora possiamo andare? Credevo di averla dimenticata. Ora ho un’altra vita.
Con me?
No, non credo. Non credo per sempre. Sono a casa con lei, lei pare trattenermi ancora. Ora andiamo. Non voglio guardare più.
Guarda
Cosa fa? Sorride? Sta salutando, sta salutando me?
Non vuoi salutarla anche tu?
Non sono pronto. Non la saluterò mai. Puoi portarmi via?
Va bene. Lo farò.
Sono contento, sai, che lei mi abbia sorriso.
Andiamo.
Mai essere troppo “per bene”,in amore…Un po’ di sano egoismo può essere importante a stabilire un equilibrio tra le parti,non sempre facile da realizzare in una relazione amorosa …Fatalmente,pero’,una delle due parti,finisce per soccombere e,quasi sempre,e’ la parte più fragile e sensibile…
Nel racconto e’ reso molto bene il senso della sconfitta definitiva del legame ed il senso di liberazione,da un lato, e di triste ripiegamento,dall’altro..
Nella valutazione,da 1 a 5,assgno il punteggio 5. Complimenti all’autrice!