Aragona (Agrigento)- Un’immagine triste, quella degli ultimi festeggiamenti alla “Madonna della Mercede”, che dovrebbe far stringere il cuore ai tanti aragonesi legati al loro paese e fieri delle loro radici.
Una messa in piazza “Dante” celebrata lo scorso 7 agosto dall’arciprete don Giuseppe Veneziano, seguita da tanti fedeli che, evidentemente, non approvano la silenziosa chiusura di una delle chiese più antiche di Aragona, quella “della Mercede” già del “Rosario Vecchio”. La fondazione della chiesa si fa risalire al 1623 ma i lavori, finanziati con elemosine donazioni, dovettero trascinarsi per decenni prima di essere completati definitivamente nel 1652. A fianco alla Chiesa sorse il seicentesco convento dei Padri Mercedari (oggi le elementari “Capuana”). I Mercedari furono chiamati in Aragona affinché, con le loro proficue letture di filosofia e teologia, potessero accendere un lumicino nel buio dell’ignoranza diffusa di quei tempi. Solo alla fine del 1600, sorse, nel piano del Palazzo Principe, il nuovo Rosario (l’attuale chiesa del Rosario) che pose fine alla convivenza della omonima confraternita e i Mercedari. Da allora la chiesa del “Rosario Vecchio” prese definitivamente il nome “della Mercede”.
Un edificio sacro, baluardo di quello che fu uno dei quartieri più popolosi di Aragona, “a Marcé”, adesso spopolato ed abbandonato a se stesso. Lo spopolamento, sicuramente iniziato con l’emigrazione seguita al secondo conflitto mondiale, si protrasse anche negli anni settanta e ottanta del millenovecento, quando, per la mancanza d’idonei strumenti urbanistici e grazie ad una classe politica mediocre, l’abusivismo alimentato dai soldi provenienti dai lavoratori emigrati, decretò la morte di uno dei quartieri storici del paese delle Maccalube. Nell’ignoranza di chi allora era preposto ad amministrare e vigilare sul territorio, Aragona si espanse nella sua parte occidentale a scapito del suo centro storico e di molti suoi quartieri tra i quali “a Marcé” e “Furca Vò”, che rappresentano la punta dell’iceberg.
Riadattandole alla chiesa della Mercede riportiamo le parole del compianto Prof. Damiano Gaziano, autore di “Aragona e i suoi Principi”: “E in quella Chiesa, illuminata dalla luce fioca delle sole candele, vedevo le nonne delle nostre nonne levare i loro canti in quel loro latino incomprensibile, rabberciato e monco, che faceva proprio tenerezza. Ma era la voce sincera e devota di gente analfabeta, che pregava col cuore in mano. E il Signore Iddio, che fortunatamente non sottilizza su grammatica e sintassi, da una nuvola, sorrideva benevolmente. Lentamente riemersero i ricordi lontani dell’infanzia, di quando una domenica, tenuto per mano da quella mia nonna dai capelli ricciuti, col vestito blu nuovo di zecca, ero entrato per la santa messa in quella Chiesa.”
Ma torniamo all’emigrazione, all’abusivismo e allo spopolamento del cuore del centro storico aragonese, a vantaggio di nuovi quartieri, apparentemente sorti senza nessuna logica/programmazione urbanistica proprio perché abusivi.
Se è pur vero che, ormai, il danno era stato compiuto, il comune di Aragona negli ultimi decenni – forte di una classe politica nuova e sicuramente più colta e sensibile della precedente – avrebbe dovuto avvertire la responsabilità di dotarsi di strumenti idonei alla ristrutturazione del centro storico come, ad esempio, “il piano particolareggiato per il centro storico”. Tutt’ora Aragona è sprovvista di un piano particolareggiato per il centro storico. Invece, nella totale indifferenza, di fatto dal 23 luglio 2004 gli aragonesi hanno visto chiudere i battenti, nell’attesa di lavori di restauro e ristrutturazione mai partiti, di una delle chiese più antiche del paese.
Fermo restando che i lavori di ristrutturazione e restauro della chiesa delle Mercede non competono al comune di Aragona, ma dovrebbero far capo alla Curia Vescovile di Agrigento, tramite, magari grazie all’interessamento dell’arciprete di Aragona, è anche vero che le diverse amministrazioni susseguitesi dal 2004 ad oggi, avrebbero potuto intercedere in rappresentanza dei loro cittadini, reclamando il recupero e l’apertura dell’edificio di culto e al contempo impegnandosi seriamente nel recupero di un quartiere e di un centro storico che sta letteralmente cadendo a pezzi.
Recupero, valorizzazione e rivitalizzazione del centro storico, suonano ad Aragona come parole magiche in qualsiasi tornata elettorale. Come non ricordare, alle ultime elezioni comunali, i corposi programmi elettorali dei candidati a sindaco con le rispettive ricette per il recupero e la riqualificazione del cuore antico del nostro paese. Quali le azioni poste in essere dai “governanti aragonesi” nella consapevolezza che la chiusura di una chiesa in centro storico, in un paese normale, generalmente è preludio della morte e spopolamento dello stesso, o meglio, dei quartieri orbitanti attorno all’edificio di culto? I quartieri della “Marcé, “Furca Vò” e la via Empedocle. interessata mesi addietro da un pericoloso crollo, nonché, la chiesa della Mercede, ancora chiusa al culto, sono diventati emblema di una forza invisibile che tutto blocca e paralizza (inerzia, superficialità, menefreghismo o più semplicemente incompetenza?).
Gli aragonesi, probabilmente, si rassegnerebbero pure alla definitiva chiusura della loro chiesa e all’abbandono del loro centro storico, qualora, senza alcun successo, fossero già state poste in essere tutte le azioni necessarie ad evitarlo.
Nessuno di noi, senza lottare, sarebbe disposto a perdere le proprie radici, il proprio presente, nonché la speranza futura.
Basta dunque con false promesse e parole buttate al vento. Nei prossimi giorni sulla Chiesa della Madonna della Mercede daremo voce alla cittadinanza e alle autorità a vario titolo parte in causa.
Totò Castellana
Bellissimo articolo x tutti i cittadini i quali vogliono a tutti i costi aggrapparsi alle loro radici! é vergognoso ke quartieri come questi sopra citati debbano morire in questo modo!! Io purtroppo nn ho mai visitato la kiesa della Mercede xkè già kiusa quando arrivai qui ad Aragona….Provate a passeggiare tra quei quartieri ….osservate …..ascoltate….è incredibile pare di sentire ancora le voci delle massaie ..le grida festose dei bambini….quando visitai x la prima volta il quartiere -furca vo’- rimasi estasiata …immaginavo quei balconi cosi’ piccoli pieni di gerani profumati…i contadini ke tornavano dai campi con le loro bestie….immaginai di sentire persino gli odori di allora!!! Adesso mi kiedo come mai kiese come la Mercede ke è la VOSTRA STORIA siano lasciate all’incuria del tempo senza ke nessuno si interessi ????!!!! xkè questi luoghi vengono ricordati solo al momento di prender voti??? possibile ke nessun prete si interessi ??? Far perdere la memoria storica di un paese solo xkè nn si è stati capaci di aver o fare un piano “particolareggiato” è sconvolgente (altri aggettivi ci sono ma la buona creanza mi porta a nn usarli!!) diranno sicuramente ke x tutto questo ci vogliono soldi..e bla bla ..bla…..come sempre ma intanto i quartieri dove VOI tutti siete cresciuti , avete giocato,avete amato,avete pianto stanno morendo!!!
Permettetemi una rilfessione:
io da tempo ho sempre affermato che l’unica risorsa per il nostro piccolo comune è favorire il turismo, ma credo anche che il mio pensiero rimarrà sempre pura utopia. Cosa devono venire a visitare i turisti?
Una riserva trascurata e malridotta senza alcun tipo di servizio e lasciata libera alle barbarie?
Oppure un centro storico dove persino i gatti randagi hanno traslocato per paura che qualche edificio gli cada addosso?
se poi ci aggiungiamo il palazzo principe dato ad ” associazioni” NON TURISTICHE, le chiese chiuse e chi più ne ha più ne metta..
Bene bene! anzi male!!!osservate cari lettori come sgomitano i nostri politici x commentare ,spiegare quest’articolo!!! Silenzio solo silenzio!! kiedetevi il xkè!!xkè in questo articolo nn c’è nulla ke gli possa interessare.Nn c’è nulla ke intakki la loro visibilità ,notorietà.ke gli frega a questi signori se quartieri interi muoiono!!….li’ mica prendono voti!!!!Ma dove sono tutti quelli(politici) ke la domenica vedo in kiesa belli vestiti impettiti a battersi il petto e farsi kiamare cristiani???lì si devono mettere in mostra xkè l’ipocrisia è grande!!! dove sono i preti??? a far belle parole e preoccuparsi solo dei “fedeli”??Aragonesi svegliamoci qui se ne fregano….nn si interessano e se lo fanno x quel poco lo fanno solo x i loro tornaconti!!!Unitevi ,gridate….nn accettate il silenzio..!
Anch’io mi sento parte in causa, per averla vissuta direttamente, nella vicenda relativa alla chiusura della chiesa della Mercede.
Chiusura causata, giova ricordarlo, dalle precarie condizioni delle celle campanarie e da una estesa quanto profonda lesione nella parte centrale della volta, lesione che ha anche compromesso i dipinti del compianto pittore Antonio Farruggia, recentemente scomparso,lesioni che lasciavano prefigurare il collasso della volta con conseguente serio pericolo per gli eventuali astanti.
Dell’intera vicenda sono stati interessati tutti gli enti preposti, dal genio civile alla soprintendenza,dall’ufficio tecnico comunale a quello della curia e all’ufficio comunale di protezione civile.
Intervento immediato è stato quello di porre in sicurezza le celle campanarie e la chiusura dell’accesso all’entrata secondaria della scuola elementare Capuana.
Passata la fase propriamente emergenziale, è stata appurata la presenza di un progetto, redatto da tecnico incaricato dalla curia, che prevedeva il restauro dell’intera chiesa, compresa la facciata. Fermo restando che lo stato di pericolo era ed è un fatto reale, a mio modestissimo parere la chiusura della chiesa è stata determinata da una precisa scelta operata dall’Autorità ecclesiastica a causa delle sempre più scarse vocazione che portano sempre meno giovani ad indossare l’abito talare e la stessa Autorità ad unificare più parrocchie sotto la guida di un unico sacerdote, come peraltro appena sperimentato con la nomina dell’Arciprete Veneziano quale parroco della chiesa del Rosario oltre che della chiesa Madre.
Altra considerazione inerente l’argomento trattato, è quella relativa alla priorità nella richiesta di finanziamenti al competente assessorato regionale.
Infatti tale priorità è determinata esclusivamente dall’Autorità ecclesiastica sopra richiamata, senza nessuna possibilità di ingerenza da parte del Comune.
Nel tempo si è ritenuto prioritario il restauro, regolarmente finanziato, del teatro Armonia, della casa canonica della chiesa Madre, della cappella del Crocifisso della medesima chiesa, a scapito della chiesa della Mercede e dello stesso restauro della volta della chiesa Madre, che giova ricordarlo, è stata riaperta al culto nella notte di Natale del 1999 solo perchè il compianto ed indimenticato Saro Seminerio ha provveduto a collocare la rete, ad oggi presente, che impedisce ad eventuali calcinacci cadenti, di colpire i fedeli presenti in chiesa, come peraltro avvenuto prima della collocazione di detta rete.
Altro discorso, sicuramente più lungo ed articolato va fatto per ciò che riguarda il piano di recupero del centro storico e più in generale lo stato di abbandono dello stesso.
L’analisi fatta da Totò Castellana risulta sicuramente una buona base di partenza per una seria discussione da integrare, a mio parere, con quello che prevede una legge regionale e cioè che i centri storici sono patrimonio indisponibile della Regione Siciliana. Tale fatto, insieme ad un insieme di restrizioni quali ad esempio l’impossibilità della demolizione e ricostruzione anche per gli edifici senza nessun valore storico-artistico hanno fatto sì che si scegliessero altri parti del territorio per l’edificazione di nuove abitazioni.
A ciò si aggiunge ulteriormente che gli interventi di ristrutturazione in centro storico hanno un costo sicuramente maggiore rispetto ad analoghi interventi in altre parti.
Nel riservarmi di integrare quanto sopra espresso, colgo l’occasione per ringraziare l’autore dell’articolo per i numerosi sassi che lancia nello stagno quotidiano nel quale sta sprofondando Aragona.
Biagio Bellanca
Ringrazio il consigliere Bellanca x le delucidazioni date.La ringrazio xkè credo ke finalmente qualcosa sta cambiando nel modo di interloquire con noi cittadini,finalmente state capendo ke basta parlare con trasparenza ,tranquillità e sincerità(quest’ultima sulla fiducia virtuale) a noi cittadini x farci capire meglio le problematiche ke attanagliano il nostro paese. il problema delle kiese sussiste e anke la moda di accorpare varie parrokkie….mancanza di vocazione o altro? questo nn è dato saperlo, spero solo ke nn si finisca x kiudere tutte le kiese!!!
Altro discorso è x quei quartieri come furca vo’ o quartiere della mercè,un vero peccato xkè si perderà la memoria storica visiva….
E’ già tempo di fare sentire le trombe cittadine ed il malcontento del quartiere “Merdede”,che brama per potere respirare l’aria della amata chiesa e di potere pregare dentro quella meravigliosa,per noi,Cattedrale,in cuoi ci sentivamo lo sirito elevare alla preghiera ed alla meditazione.Grazie per questo meraviglioso intervento!!!
beh…ho letto…se ne parla se ne parla fino a quando???? e poi è vero possiamo credere che la colpa non è del comune..ma che cosa ci andiamo a fare a votare il primo cittadino??? colui che i cittadini eleggono deve essere porta voce di tutta la cittadinanza aragonese, noi poveri cittadini ci lamentiamo ma deve essere Lui il sindaco con tutta la giunta a parlare a nome di loro. E’ inutile parlare ora Cari politici parlate solo a tempo VOSTRO poi tutto diventa FUMO