Edition Four Story – I Tappa: da San Leone ai Monti Sicani
Di Alessandro Tedesco
Si parte da San Leone alle 08,45. Ora prevista per la partenza 8,00… sempre in ritardo sulla tabella di marcia! Giro classico del Lungomare e poi attraverso i Templi: lo spettacolo è sempre affascinante, per chi li vede per la prima volta è ancora più mozzafiato: cè, tra i nordici chi esclama “ma quei cosi lì, sono romani?!?”…
Nel gruppo alcuni forti atleti appartenenti a team del nord dimostrano la loro preparazione alla prima vera difficoltà nei pressi delle campagne di Aragona: una dura una salita su terreno arato da percorrere bici a mano.
Il caldo si fa sentire ed alla prima fermata la scorta d’acqua sul mezzo appoggio si riduce drasticamente. Siamo alle Macalube, dove sgorgano dal terreno piccoli funghi ribollenti d’argilla; Jerome lo “svizzero” quasi si immerge dentro uno di questi vulcanelli e ne esce con il busto ricoperto di fango. Continuerà a pedalare così, sino a fine tappa, con l’argilla indurita fiero della sua “armatura” da Crociato…
Si percorrono in scioltezza tratti in piano all’interno del Vallone di Aragona dove sorgono le miniere che furono di proprietà del padre di Luigi Pirandello. Il tratto non presenta particolari difficoltà sino all’arrivo al grande ponte sul Fiume Platani al di sotto di Sant’Angelo Muxaro. Dopo Aragona una full immersion nel deserto siculo, e dopo il deserto, l’inferno: la “restuccia” – gli steli secchi del grano, resti della mietitura -, qua e la si accendeva spontaneamente come i misteriosi “fuochi di Caronia” aggiungendo caldo al caldo! Loro malgrado i biker hanno così dovuto districarsi tra le fiamme pedalando come in una cronometro per non bruciarsi!
Sono circa le 14,00 e finalmente, sotto il ponte una insolita frescura ci permette di consumare un ottimo panino e della frutta che ci conforta per il resto del percorso. Qui iniziano le noti dolenti , il tratto è in forte pendenza e con fondo di argilla secca: i partecipanti con le loro mountain bike sono messi a dura prova per circa sei Km, sino alla fermata presso un bar nel paese di San Biagio Platani.
Caffè, ghiaccioli, bibite fresche, per affrontare il tratto finale, il più duro! La meta sembra a portata di mano, si staglia al di sopra delle nostre teste molti metri più in alto. Inizia la salita, il gruppo è sgranato, quattro Coaster tengono la testa, gli altri seguono a distanza. Ma ecco la terribile “cava” il Mostro di questa tappa: è un tratto ripido, con pendenza da scalatore e con fondo ricoperto da una infida polvere bianca dalla consistenza del borotalco, difficilissima da pedalare. Molti scendono dalla bici spingendola a piedi, alcuni riescono a rimanere in sella sino alla fine del tratto… Questi ultimi sono visibilmente soddisfatti della loro performance ed aspettano il resto della ciurma che a poco a poco fa capolino dalla salita approdando finalmente sulla Terra! Siamo già a quota 750 metri all’interno del bosco Buonanotte nella catena dei Monti Sicani. Sono le 18,00 e la temperatura , vuoi per l’altititudine, vuoi per l’orario diviene molto piacevole: si pedala immersi nel verde su tratti ancora difficoltosi per pendenza e consistenza del terreno che si presenta molto scanalato.
Ma le pene non sono finite: si accede al tratto finale, un lungo sterrato la cui vera natura (tutto in salita) era stato amorevolmente celato agli eroici pedalatori; questo perché non si poteva spiegare loro che la fatica sarebbe stata mitigata da un panorama mozzafiato. Lo sterrato si snoda sul fianco della montagna totalmente esposto a sud con una visione che spazia su sterminati biondi campi di grano che confinano con l’azzurro del cielo e del mare al di là delle montagne e delle colline che si perdono a vista d’occhio. Le energie sembrano tornare a tutti quanti, la prossimità dell’arrivo e dell’agognato riposo fa si che il gruppo, seppur scaglionato si fiondi nell’ampìo spazio dell’hotel Pignadoro!
Circa 80 km percorsi , a tratti molto duri per più di 3000 mt di dislivello, sotto un sole cocente. Nessuna defaillance solo qualche crampo e bucatura.
La piscina, come un ventre materno, accoglie i biker mentre ormai il sole è già tramontato.
I nuovi della C2C sono concordi sulla durezza della tappa, mentre i vecchi Coaster, forti della loro passata esperienza, sottolineano con un laconico e spietato “Ve l’avevamo detto!”
E a proposito degli esperti Coaster: Menzione d’Onore al “vecchio” Ignazio Liuzza che resta l’unico biker ad aver partecipato a tutte le C2C Extreme, con questa la quinta!
Un cena da Banchetto Nuziale, mette tutti in pace con i sensi mentre qualcuno ( … ) ha pensato di festeggiare il compleanno di Franco facendo arrivare dopo la cena, gelati e…candelina..!
Una grande giornata, una tappa durissima per la temperatura ed il percorso che ha pienamente appagato la sete d’avventura e la voglia di andare oltre i limiti dei nuovi e vecchi biker.
Domani la seconda tappa: tutta in quota in quell’oasi fantastica che è la Valle del Sosio…
Già si parla della cena che ci stanno preparando Giusy e Vito!